Calabria, “Forum della Cultura”: Convocato il “Tavolo archeologia”
Promosso dal Presidente della Regione Mario Oliverio e dal Vicepresidente Antonio Viscomi, prende il via “il Forum della Cultura”, con la convocazione di tavoli tematici, che si riuniranno, per alcune settimane, nella sede della “Cittadella” regionale.
Soggetti istituzionali e addetti ai lavori sono invitati a confrontarsi per delineare le principali necessità di riforma dei settori dei beni e delle attività culturali ed indicare, assieme alla Regione, le possibilità di attuazione della programmazione nazionale e comunitaria sui temi della cultura.
I “Tavoli” sono preliminari – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta - ad una Conferenza conclusiva di rilievo nazionale, nella quale si definiranno gli interventi cardine che la Regione metterà in campo, nella consapevolezza che occorra mutare la visione con la quale si è spesso guardato al settore culturale, investendo sulla tutela, ma lavorando più assiduamente a favore della valorizzazione dei beni e della produzione artistica e culturale, come viene anche sostenuto dalle politiche comunitarie.
Dopo aver incontrato alcuni rappresentati delle compagnie e cooperative teatrali calabresi, martedì prossimo, diciassette novembre, si riuniranno nella sede della “Cittadella” regionale, gli operatori del settore archeologico, con le rappresentanze delle istituzioni di tutela del patrimonio, gli stessi archeologi e gli studiosi della materia provenienti dalle Università. Gli addetti ai lavori qualificati potranno iscriversi al “Tavolo archeologia” sul portale web della Regione Calabria, nella sezione appositamente dedicata al “Forum”.
La definizione di una strategia partecipata sulle problematiche e le potenzialità della cultura in Calabria, potrà agevolare l’individuazione di soluzioni utili a fare di questo settore una vera occasione di sviluppo per l’intero territorio regionale. Occorre, per questo, procedere concretamente al ripensamento del sistema culturale, lontano da una retorica sul tema che si è spesso tradotta in interventi, anche di un certo interesse, ma per gran parte isolati e non inseriti in una politica condivisa e di ampio respiro, che è invece assolutamente necessaria, dismettendo vecchie logiche e promuovendo operativamente le buone pratiche sulla gestione dei beni e delle attività culturali.