Rapani (FdI): “Rossano è vicina al dissesto finanziario”
“Il Comune di Rossano è sull’orlo del dissesto finanziario. Mentre sui marciapiedi, negli incontri, fra la gente c’è qualcuno che gioca a fare il candidato a sindaco sputando veleno contro gli altri ma sostenendo che Rossano è tutta rose e fiori, siamo venuti a conoscenza del fatto che il bando per la tesoreria del Comune è andato deserto. Tradotto? L’amministrazione è senza liquidità. Il primo sintomo del “male” lo stiamo registrando in questi giorni con un ritardo sul pagamento degli stipendi dei dipendenti. Senza tesoreria e senza liquidità, dal mese prossimo, cosa accadrà?”. È quanto si chiede Ernesto Rapani di Fratelli d’Italia.
“E’ più che lecito, a nostro giudizio, andare a ricercare i motivi e le responsabilità politiche di quanto sta avvenendo in questi giorni. Da ex consiglieri comunali, rammentiamo anche di aver bocciato sonoramente i bilanci comunali degli ultimi tre anni in Assise quando sostenevamo che fossero scatole cinesi, numeri appoggiati sul nulla e su crediti solo ipotetici. Ebbene, il problema sta tutto qui. Se il Comune è senza soldi, evidentemente non è riuscito a riscuotere i tributi, il tutto aggravato probabilmente, dai cronici ritardi dei trasferimenti da parte dello Stato. Come un cane che si morde la coda, dunque, sembra non esserci via di fuga dal predissesto che, ci auguriamo non venga dichiarato dal commissario prefettizio.
Un altro dato sembra piuttosto cristallino: le casse comunali sono vuote già da diverso tempo perché non vi è stata la capacità politica di tradurre le problematiche che scaturiscono dal territorio in profitti. Anche in questo caso ricordiamo tutti i progetti da noi proposti, dal Piano Boschi alla pulizia dei torrenti, al piano – questo sì, serio – sul riciclo rifiuti-Enel. Non solo. Non ci hanno mai ascoltato anche quando ponevamo serissimi dubbi sull’operato dell’ente di riscossione dei tributi che non superava il 20% dei crediti e sul quale il sindaco non si imponeva per poi poter permettersi di riscuotere i suoi “crediti personali occupazionali”.
Allora il sindaco statista faceva puntualmente replicare dai suoi fidi consiglieri comunali di turno, secondo i quali gli esercizi finanziari si chiudevano addirittura con degli avanzi di bilancio. Ecco, ora, gli avanzi: il nulla. E mentre il sindaco giocava a fare l’equilibrista tentando di non scontentare nessuno, la macchina comunale iniziava a patire conseguenze che oggi possono diventare nefaste. Il suo fallimento, oltre che politico è economico e se dovesse essere dichiarato anche il pre dissesto finanziario, sarà di certo ricordato come il peggior sindaco della storia di Rossano, sulla quale testa pendono e verranno ricordate per sempre la chiusura del Tribunale, la sciagura dell’alluvione e ora il disastro economico del Comune.
Un disastro annunciato e nascosto, come la polvere sotto al tappeto, dal quale sarà quasi impossibile rialzarsi in tempi brevi, sia chiaro. E’ bene che la città sappia: non creda a tutti quei candidati che parlano di tributi da tagliare o eliminare perché se dovessimo entrare in predissesto le aliquote delle tasse schizzerebbero ai massimi livelli consentiti per legge per tentare di recuperare. Al danno la beffa, insomma, poiché la gestione sciagurata dell’Amministrazione comunale targata Antoniotti ricadrà inevitabilmente sulle spalle e sulle tasche dei rossanesi che saranno schiacciati da una pressione fiscale senza precedenti.
Peccato, perché lo sperpero di denaro pubblico per qualche festicciola si sarebbe potuto evitare per tempi bui come questo. Non resta che auguraci che le trattative private che il Commissario è chiamato a istaurare con gli istituti di credito nazionali per l’affido della tesoreria, difficili visto il bando andato deserto probabilmente a causa di una eccessiva anticipazione di cassa, diano esito positivo, altrimenti sarà dissesto. E’ questa, dunque, l’eredità lasciata dal sindaco ballerino così tanti amante della fascia, delle inaugurazioni, dei cortei, che ama accaparrarsi meriti che rientrano nell’ordinaria amministrazione e non di certo negli eventi straordinari. La città se ne ricordi”.