Lavoro: mondo cattolico, basta odio e conflitti
Attenzione ad esacerbare i conflitti intorno alla questione lavoro, da sempre in Italia terreno minato che in passato ha gia' mietuto vittime, attizzando l'odio o affidandola ad eccessive semplificazioni. Le notizie dei nuovi atti di intimidazione contro la Cisl giungono a Reggio Calabria al secondo giorno della Settimana sociale dei cattolici italiani e alla vigilia di una manifestazione che molti temono ad alto rischio, e il lavoro diventa il primo banco di prova della loro capacita' di entrare nel vivo dei problemi concreti e proporre soluzioni. Ad esprimere in modo piu' esplicito l'allarme per le possibili degenerazioni delle tensioni in atto e' stato, nel pomeriggio, l'ex collaboratore di Marco Biagi, consulente del lavoro vittima delle Brigate Rosse nel 2002, l'economista Michele Tiraboschi. Introducendo una delle assemblee tematiche, ha ricordato quel tragico evento invitando a non ''sottacere, e tanto meno sottovalutare gli atti di violenza perpetrati contro il sindacato cattolico". Espressioni - le ha definite - di "lacerazioni" tuttora presenti nel Paese, dove vige "un contesto di odio e di delegittimazione sistematica dell'avversario che, anche attraverso palesi mistificazioni, condiziona da sempre il dibattito sul lavoro e sulla impresa e la ricerca di un bene comune realisticamente praticabile". Tensioni alimentate oggi da certi settori giovanili che vivono situazioni di grave disagio, nei confronti dei quali non c'e'- ha detto - ''giustificazionismo'' che tenga, ma anche da parte di chi crede di poter ''comprimere, attraverso il ricorso a fredde medie statistiche'' e a ''semplificanti proposte di riforme legislative calate dall'alto'' i problemi veri delle persone. Condizioni che rendono piu' concreto il ''rischio della incomunicabilit à e dello scontro, soprattutto in un Paese come il nostro, indelebilmente macchiato dalla cieca follia di quel terrorismo che si è prepotentemente abbattuto contro gli sfortunati protagonisti del riformismo del lavoro". "E' davvero difficile, ma non per questo meno doveroso", - ha concluso Tiraboschi - ritrovare in questo contesto una "agenda di speranza". Tuttavia, dai cattolici italiani non può non giungere "un contributo di verit à " e un invito "al rispetto delle idee e delle persone che lavorano per rendere piùgiusto ed efficiente il mondo del lavoro". A Reggio Calabria si e' parlato oggi a varie riprese anche della situazione della Fiat e di Melfi. Il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, ha sostanzialmente difeso le scelte di Sergio Marchionne definendole in qualche modo ''obbligate''. ''Ha dovuto recuperare in pochissimo tempo a 50 anni di errori della politica economica italiana'', colpevole di avere creato attorno alla casa automobilistica un ''mercato troppo protetto'' che nel tempo ''l'ha indebolita'' fino a metterne in pericolo la stessa sopravvivenza. Molti gli sbagli rimproverati dagli economisti cattolici ai governi di ieri e di oggi, dallo statalismo di un tempo al liberismo incontrollato, ai quali oggi - ha detto Gotti Tedeschi - e' urgente rimediare incentivando la famiglia e la natalita' attraverso agevolazioni fiscali e il riconoscimento del suo contributo all'economia del Paese. Intanto, in altri ambiti del raduno di Reggio Calabria, e' proseguito il dibattito sulla forma da dare all'impegno dei cattolici nella societa' e nella politica. Un problema di partecipazione e rappresentanza - e' stato detto - da affrontare a partire dalla riforma elettorale, e facendo si' che i partiti allarghino il dibattito e lascino liberta' di scelta sui temi sensibili. ''I cattolici - ha detto il rettore dell'Universita' cattolica, Lorenzo Ornaghi - devono tornare a contare, e non farsi contare''.