Sala gremita per l’ultimo libro di Oreste Kessel a Palmi
Studiosi, ricercatori e autorità politiche da ogni parte della Calabria per la prima presentazione del saggio Popoli del Mare di Oreste Kessel Pace. La sala del consiglio comunale del municipio di Palmi ha accolto centinaia di personalità del mondo della ricerca scientifica e culturale, ma anche politica.
Il 19 marzo si è parlato di storia di popoli antichi. Incipit dell’associazione teatrale Great Talent con un intenso recital degli attori Cristina Casa, Maurizio Colosi e Giovanni Parrello, attraverso il cui talento sono riemerse antiche battaglie direttamente dai testi di ancestrali imperatori del secondo millennio a.C.
Importanti gli interventi del primo cittadino, sindaco dottor Giovanni Barone, attento lettore di tutte le opere del Kessel, il quale come sempre è entrato nel merito degli studi storici dell’autore, dei concetti scientifici del libro ricordandone alcuni passi fondamentali, nonché della biografia di Oreste Kessel Pace densa di pubblicazioni e riconoscimenti.
Il vice presidente del Consiglio Provinciale, l’avvocato Giuseppe Saletta (che ha fortemente deside-rato la presentazione di Popoli del Mare a Palmi impegnandosi in prima persona) ha illuminato il pubblico sulla qualità degli studi storici di Kessel, grazie anche i precedenti libri come Rhegion, Artemide, San Rocco, S. Elia, Scilla e attraverso le decine di nuovi che saranno pubblicati in futuro, definendolo ormai una personalità illustre per la città di Palmi
Proverbiale e scientifica la relazione della giornalista e consigliera del comune di Scilla, la dottoressa Pasqualina Ciccone, che ha puntualizzato su una serie di concetti storici del saggio, sulle caratte-ristiche stilistiche del testo, sull’importanza antropologica e sulla qualità inedita del lavoro rispetto alla storia antica ed ai testi di storia in circolazione.
Silenzio assoluto ed ovation per l’intervento dell’autore. Oreste Kessel Pace ha ampiamente spiegato il saggio Popoli del Mare, contestualizzandolo rapidamente nei millenni precedenti ed in quelli successivi, proiettando la sala gremita direttamente nel terzo e secondo millennio a.C. De-scrizione incisiva degli eventi, della realtà storica del periodo, del dramma vissuto da queste popo-lazioni in continuo movimento verso terre dove poter vivere. Corredo di immagini di reperti archeo-logici, traduzioni dei testi geroglifici, accadici. Per non farsi mancare nulla, l’autore ha commosso i presenti ricordando che anche oggi ci sono barconi di Popoli del Mare, sui quali gli imperi del terzo millennio d.C. hanno responsabilità precise e non stanno facendo abbastanza, prova la sofferenza e la morte dei bambini nel quotidiano, nonostante, scientificamente parlando, abbiano praticamente il nostro stesso DNA e dunque sono nostri fratelli. Al termine dell’intervento, Kessel ha concentrato l’attenzione sul Respiro dei Padri, insito in ogni suo libro e studio, per il quale spende energie lette-rarie e saggistiche, è sul quale ogni Uomo moderno dovrebbe vertere le attenzioni, in quanto unico motivo per cui i nostri antenati sono vissuti e per il quale ci hanno lasciato un Respiro di cui parlano reperti, siti, traduzioni, testi di storia. Lungo applauso per Oreste Kessel Pace e per un intervento storico a Palmi, senza precedenti. Un libro importante che parla dei nostri antenati pre-italici, del nostro sangue, dei nostri nonni e di ciò che hanno fatto per noi. Un libro che non dovrebbe mancare dalla nostra libreria e dalla nostra memoria collettiva. La moderatrice d’eccezione, la dottoressa e artista Adriana Repaci, ha lasciato al pubblico della sala il microfono, per un susseguirsi di domande, interventi e omaggi all’autore, come quello dell’attore Antonio Tedesco che ha improvvisato una lettura di Ramses II. Ma anche Consolato Squillace che non molto tempo fa volle dare un riconoscimento a Kessel ed al suo maestro Raso, non mancando di qualificare il Kessel tra le personalità più importanti della cultura calabrese. Una serata intensa e storica per Palmi, che rimarrà per sempre e che evidenzia ancora una volta come Oreste Kessel Pace riempia le sale di un pubblico di personalità culturali di evidente riscontro.