Terzo Settore calabrese: preoccupazioni per lo “spacchettamento” delle politiche sociali
"A seguito dell’approvazione da parte del Parlamento della legge delega di riforma del terzo settore e del servizio civile universale, il Governo nazionale ha riconosciuto che uno degli obiettivi prioritari del paese è "di valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal Terzo Settore, che, a ben vedere, è l'unico comparto che negli anni della crisi ha continuato a crescere, pur mantenendosi ancora largamente al di sotto, dal punto di vista dimensionale, rispetto alle altre esperienze internazionali".
E' quanto scrivono Gianni Pensabene Forum del Terzo Settore-Calabria e Francesco Mollace Rete Crescere al Sud.
"Inoltre - continua la nota - pochi giorni addietro, il primo ministro ha affermato che è fondamentale promuovere un "nuovo welfare partecipativo, chiamando in causa, nel processo decisionale e attuativo delle politiche sociali, i cittadini, i corpi intermedi e il terzo settore al fine di ammodernare le modalità di organizzazione ed erogazione dei servizi. In questo contesto le notizie che giungono nella nostra regione in merito ad uno “spacchettamento” delle Politiche Sociali, che sarebbe stato deciso nei giorni scorsi dal Presidente Oliverio, relativo alle deleghe sulle Politiche giovanili, Volontariato ed associazionismo, generano forti preoccupazioni nel mondo del Terzo Settore della Calabria. Nulla da eccepire sulla legittimità degli atti; chi governa ha il dovere di assumere le decisioni più appropriate per amministrare, assumendosene poi personalmente la responsabilità dei risultati. Nulla di personale nei confronti di chi è stato indicato per assumere tali deleghe".
"Per il mondo dell’associazionismo e del terzo settore si tratta piuttosto di sottolineare taluni aspetti che a nostro giudizio rivestono assoluta importanza nel mantenere una stringente coerenza tra gli importanti processi reali sopra indicati, che si stanno sviluppando nel nostro paese, sia a livello legislativo che sui territori e quanto si intende fare in Calabria".
"La legge di riforma sopra citata è stata varata nell’ottica di una stringente unitarietà tra associazionismo, volontariato e Terzo Settore. Così come grande rilevanza viene data alle Politiche Giovanili, anche attraverso l’istituzione del Servizio civile volontario ed universale. Immaginare di poter staccare queste materie dando il senso di concepirle come marginali risulta pertanto incomprensibile. Tale scelta cade peraltro nel momento in cui la Regione Calabria, e di questo va dato ampio merito, sta predisponendo i regolamenti attuativi che fanno riferimento alla legge 328 del 2000 di riforma delle Politiche sociali nel nostro paese e della legge regionale 23 del 2003. Accade dunque che mentre il Terzo Settore, esprime senza riserve soddisfazione per tale impegno, con altrettanta chiarezza esprime forte preoccupazione per la decisione dello spacchettamento".
"Le Politiche sociali - e ci permettiamo di dirlo in tono sommesso - non possono essere considerate un prodotto marginale dell’amministrare la cosa pubblica. Come spiegano i principali economisti internazionali e nazionali a partire dal Presidente della BCE Mario Draghi, esse debbono costituire, in particolare nel mezzogiorno, un punto di forza. Valutazioni che abbiamo ascoltato anche dal presidente Oliverio, che ha dichiarato che la Calabria deve recuperare ancora molto sul terreno dell’infrastrutturazione sociale come precondizione per un sano e legalitario sviluppo".
"Il Terzo Settore Calabrese, in modo concreto - ed abbiamo ragione di ritenere che il Presidente ne sia informato - sta contribuendo senza risparmio di energie, perché nella nostra regione si compia quel salto di qualità e di civiltà che la realizzazione di un buon welfare può contribuire a determinare. Il Terzo settore sta peraltro affiancando molti comuni, attraverso le tante sue organizzazioni ed i Forum territoriali del Terzo Settore, prestando concreta collaborazione. Ci auguriamo che questo contributo, condiviso con le principali reti associative regionali, induca ad una ulteriore riflessione e ad un ripensamento".