Cimino, orrore per il vile attentato al centro sociale di Catanzaro

Catanzaro Attualità

“E se il colpo sferrato dal basso verso l’alto fosse stato portato orizzontalmente, cosa sarebbe accaduto? Forse, racconteremmo un’altra storia, non quella che di bocca in bocca recita l’antico adagio catanzarese “menu mala ca iu accussì!”. Perché davvero è andata bene a quel giovane catanzarese accoltellato da un gruppo di coetanei, politicamente rivali nella lotta estrema tra comunisti e neo fascisti. Quando, come hanno fatto questi ultimi, al “confronto” ci si presenta con coltelli, mattoni e bottiglie, il concetto di scazzottata rapidamente evolve in quello di violenza premeditata. Un concetto insopportabile, specialmente in una città così piccola e pacifica che ha altre più sotterranee violenze da estirpare. Come quelle della disoccupazione e della crescente povertà.

Del degrado del territorio e della progressiva rovina del rapporto società-ambiente. Io non so se nel caso dell’agguato in questione, c’entri e quanto la contrapposizione ideologica. E non invece quell’istinto primordiale a rincorrere irragionevolezza e forza fisica per coprire il vuoto di idee e di ideali. So soltanto che a segnali preoccupanti, emersi da più tempo, non è stato dato il giusto peso. Una certa tolleranza verso gruppuscoli organizzati è stata concessa con qualche probabile strizzatina d’occhio di certi ambienti politici. Ed anche una certa timidezza quasi giustificazionista, come quella che si conferma in talune dichiarazioni rese da più parti sul grave fatto. Molte estemporanee, altre semplicemente burocratiche e notarili.

La politica, ancora una volta è in ritardo. E certi silenzi dentro di essa assai strani, specialmente a certi livelli istituzionali. Bene ha fatto il Sindaco a chiedere un immediato incontro con i vertici della Questura e con il Prefetto. Nessun cedimento alla violenza. Nessuna concessione all’estremismo violento. E garanzie che si farà di tutto per colpire i responsabili del vile gesto. L’impunità, seguita alla tolleranza, diventa, la storia insegna, un incentivo moltiplicatore di violenza. Perché più grave di una coltellata, per una comunità cittadina, è vedere decine di suoi giovani alimentarsi d’odio e di scambievole violenza”.