Ambiente: operazione fiumi, monitoraggio fiumare reggine
A Reggio, oltre 400 alunni delle scuole dell’obbligo diventano esperti nella prevenzione di frane e alluvioni con Operazione Fiumi di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile Con il tour di monitoraggio delle fiumare Scaccioti, San Biagio e Gallico Legambiente accende i riflettori sulle criticità del reticolo fluviale di Reggio e lancia la proposta di bonificare e trasformare le fiumare cittadine da ferite aperte sul territorio in risorse naturalistico-ambientali. Domani, giovedì 4 alle ore 9, Operazioni sarà all’istituto comprensivo Lazzarino con Una fiumara per amica: gli studenti adottano la fiumara di Gallico. A scuola di prevenzione e sicurezza. Operazione Fiumi, la campagna nazionale di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile, inaugura la tappa calabrese con una mattinata interamente dedicata ai bambini e al mondo della scuola. Oltre 400 gli alunni delle scuole dell’obbligo di Reggio Calabria, che questa mattina hanno partecipato all’iniziativa realizzata dall’equipaggio di Operazione Fiumi.
In piazza Camagna, sul centralissimo corso Garibaldi, i volontari del Cigno Verde hanno incontrato gli studenti delle scuole dell’obbligo per una giornata dedicata all’informazione sull’emergenza idrogeologica e sulla mitigazione del rischio di frane e alluvioni. I bambini sono diventati degli esperti provetti di prevenzione, corretta gestione del territorio e delle situazioni di emergenza, grazie a una mostra sul rischio idrogeologico appositamente allestita dagli animatori di Legambiente. E per rendere l’apprendimento più divertente, l’equipaggio di Operazione Fiumi ha messo a disposizione delle classi anche uno speciale gioco dell’oca, i cui temi dominanti sono i fiumi, il rischio e il rispetto dell’ambiente.
“Educare i bambini e i ragazzi al rispetto degli ecosistemi naturali e a una corretta gestione del proprio territorio – spiega Paola Tartabini, portavoce di Operazione Fiumi – è fondamentale per far si che i cittadini di domani abbiano piena coscienza delle proprie azioni e delle conseguenze che hanno sull’ambiente. Sempre su una corretta informazione e sull’uso sostenibile del territorio si basa un’efficace politica di prevenzione. Ad essa va accompagnata anche una buona conoscenza del piano d'emergenza studiato dal proprio Comune per fronteggiare le calamità.
Sapere cosa fare e dove andare in caso di frana o alluvione, infatti, è fondamentale per mettersi in sicurezza e aiutare gli altri a fare altrettanto”. Non solo teoria, ma anche pratica per la giornata di prevenzione ed educazione ambientale targata Operazione Fiumi. Mentre in piazza si susseguivano le classi, infatti, i volontari del Cigno Verde hanno effettuato un’escursione alle fiumare Scaccioti, San Biagio e Gallico, per un sopralluogo di monitoraggio delle criticità presenti.
Al tour di osservazione dei corsi d’acqua reggini hanno partecipato anche i Presidenti delle Circoscrizioni di Gallico e Archi, tecnici comunali, il professor Giuseppe Bombino, esperto in pianificazione dei bacini idrografici, comitati di quartiere, le Associazioni di Protezione Civile "Pantere Verdi", "Radioamatori", "Aquile" e "Cispana", esperti del settore e cittadini. Stretta tra le colline dell’Aspromonte e la linea costiera, Reggio Calabria è attraversata da una rete di dodici fiumare e relativi affluenti, per lo più invasi e coperti dal cemento. Una reticolo idrico che ad ogni pioggia, comprese quelle non eccezionalmente abbondanti, esce dai propri argini, invadendo interi quartieri, strade, binari ferroviari e persino dei tratti di autostrada. Infrastrutture che in alcuni casi sono addirittura realizzate dentro gli alvei.
Una dimostrazione eclatante della fragilità del territorio reggino è venuta dalle piogge dello scorso 3 settembre e dello scorso 13 ottobre ed è stata puntualmente ribadita anche le precipitazioni di lunedì notte e martedì mattina. Se le strade di Reggio e dei comuni limitrofi si trasformano in fiumi di fango anche in presenza di precipitazioni di non eccezionale abbondanza le cause vanno cercate soprattutto nell’abusivismo edilizio, nell’urbanizzazione e nella cementificazione dei corsi d’acqua cittadini, nell’occupazione degli alvei, nonché nel deposito abusivo di inerti e rifiuti ingombranti di ogni tipo negli alvei stessi.
E ancora, nei mancati interventi di manutenzione, o negli interventi impropri, provvisori e frammentari, che non hanno preso in considerazione l’intero corso dei bacini idrici cittadini. “Anziché crescere seguendo un preordinato piano urbanistico e rispettando i rigidi vincoli all’edificazione che il serio assetto idrogeologico del suo territorio imporrebbe – denuncia Nuccio Barillà, direttivo nazionale Legambiente - Reggio si è sviluppata senza seguire regole e senza pensare alla sicurezza dei cittadini. Tanto che nell’alveo di torrenti e fiumare si trovano non solo manufatti abusivi, ma anche edifici pubblici, scuole, discariche, strade e persino, come accade a Scaccioti, cave autorizzate”.
Sempre per citare il caso di Scaccioti, sottolieamo che questa fiumara passa addirittura sopra l’autostrada A3 e che nel tratto in questione è priva di un argine in grado di proteggere la Salerno-Reggio Calabria e i quartieri sottostanti di Archi e Gallico da un’invasione di fango e rifiuti di ogni tipo in caso di esondazione. I continui depositi di terra e inerti, infatti, hanno non solo variato il corso della fiumara, ma ne hanno alzato il livello dell’alveo fin quasi all’altezza massima dell’argine.
“Per risolvere il problema ed evitare tragici eventi calamitosi – spiega Barillà - è necessario ridefinire la struttura dell’alveo, delocalizzare tutte le strutture non pertinenti che vi insistono, rifare gli argini pensando a portate eccezionali di acqua, chiudere gli accessi, ma soprattutto programmare interventi di manutenzione ordinaria e messa in sicurezza che utilizzino tecniche di ingegneria naturalistica e siano progettati su scala di bacino. Soprattutto occorre lavorare in sinergia tra gli enti competenti, evitando sovrapposizioni di competenze e rimpalli di responsabilità.
Il passo successivo, o meglio contestuale, potrebbe essere la valorizzazione delle fiumare reggine e la loro trasformazione da ferite aperte sul territorio quali sono attualmente in preziose risorse ambientali e paesaggistiche. In altre parole le nostre fiumare potrebbero diventare dei parchi fluviali, aperti, con adeguato controllo, alla fruizione della cittadinanza. Reggio potrebbe quindi avere dodici corridoi verdi che dalle colline portano al mare e viceversa”. Nel pomeriggio il tour di monitoraggio di Operazione Fiumi proseguirà sulla Fiumara Valadinì, mentre domani, giovedì 4 novembre, Operazione Fiumi sarà dalle ore 9.00 alla fiumara Gallico, presso l’Istituto comprensivo Lazzarino – ex Boccioni per l’iniziativa "Una fiumara per amica": gli studenti dell’istituto adottano la fiumara.
Nella scuola che sorge nell'alveo della fiumara di Gallico gli studenti si confronteranno con le tematiche della sicurezza e della prevenzione del rischio idrogeologico, del degrado e della valorizzazione degli ambiti fluviali. Venerdì 5 novembre a Reggio Calabria, ore 10.30, presso il Salone del Palazzo della Prefettura in piazza Italia, Operazione Fiumi presenterà in conferenza stampa i dati inediti di “Ecosistema rischio 2010”, l’indagine di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile sulle attività dei comuni di tutta la Calabria finalizzate alla prevenzione delle alluvioni e alla sicurezza della popolazione.