Caccia, Legambiente, Calabria rispetti decisione Tar
"L'ordinanza con cui il TAR Calabria ha sospeso il calendario venatorio regionale è l'inevitabile conseguenza della non voluta applicazione di norme e pareri scientifici ufficiali di cui si e' resa irresponsabilmente protagonista la Regione Calabria. Ora vige lo stop alla caccia fino al completo e corretto adeguamento degli atti". Lo denuncia Legambiente dopo la decisione del del Tar della Calabria che ha accolto il ricorso delle associazioni di protezione ambientale con richiesta di sospensiva immediata. "Alla Regione Calabria, come a tutte le regioni italiane, in giugno avevamo trasmesso, insieme ad altre associazioni, un dettagliato documento in cui erano indicati i passi necessari per emanare un calendario venatorio corretto. Cio', all'indomani dell'approvazione delle modifiche alla legge 157/92 che, tra le altre cose, prevedono per Stato e Regioni la rigorosa tutela delle specie in stato di conservazione sfavorevole e il divieto assoluto di caccia nei periodi di riproduzione e migrazione degli uccelli. Legambiente - continua la nota - aveva anche avvertito, come si legge nei comunicati stampa di quei giorni, del rischio che potesse saltare la stagione venatoria qualora le Regioni avessero ignorato i nuovi obblighi in fatto di tutela della fauna e dunque si fossero rese in parte o del tutto inadempienti. Al documento delle associazioni ha fatto seguito, in luglio, la Guida ufficiale trasmessa dall'ISPRA; l'autorita' scientifica nazionale in materia, con le indicazioni dettagliate, specie per specie, sulla corretta redazione, da oggi in avanti, dei calendari di caccia." "Ebbene, la Regione Calabria, con il grave tacito assenso di alcune associazioni venatorie, ha scelto di ignorare tutto: la nuova legge nazionale, i sopraggiunti obblighi normativi, le argomentate richieste delle associazioni di protezione ambientale e, soprattutto, le indicazioni scientifiche ufficiali. Un enorme rischio, fondato su una plurima infrazione alla legge, e giocato spregiudicatamente sulla pelle degli animali selvatici e di quella parte di cacciatori che intendono praticare la caccia nel rispetto delle leggi. Ineccepibile e logica conseguenza di tale spregiudicatezza, la decisione del TAR che ha bocciato gli atti amministrativi illeciti emanati, sospendendo la caccia e rendendo di fatto conclusa la stagione venatoria 2010-2011." "A questo punto la Regione Calabria deve correttamente adeguarsi alle decisioni della magistratura, tutelare come dovuto gli animali selvatici, informare adeguatamente i cacciatori che la stagione di caccia e' sospesa, risarcire i danni irreparabili causati alla fauna quanto quelli subiti dai singoli cacciatori in regola".