Crollo Macrocioli: Graziano denuncia “Sfrattati dalle case e abbandonati”

Cosenza Attualità
sopralluogo

Sfrattati dalle loro case e abbandonati al proprio destino. Qualcuno, il Sindaco e la Regione Calabria su tutti, hanno pensato al modo e alla soluzione per trovare una sistemazione alternativa a tutte quelle famiglie longobucchesi che si sono viste recapitare un’ordinanza di sgombero dalle loro abitazioni all’indomani del crollo della parete di contenimento del Macrocioli? A quanto pare no. Nessuno si è preoccupato del disagio che vivono quelle persone, incolpevoli e probabilmente ignare del rischio che corrono. Hanno prevalso, ancora una volta, l’egoismo e l’atteggiamento pilatesco della politica che, con una sfilza di provvedimenti e dispositivi, ha scaricato ogni responsabilità sui cittadini. Mentre quello smottamento è ancora vivo, minaccia l’abitato e chi dovrebbe intervenire non lo fa”.

Il caso della parete artificiale Macrocioli, creata negli anni ’90 per contenere il degrado idrogeologico dell’abitato di Longobucco e parzialmente crollata lo scorso 28 ottobre mettendo a rischio smottamento l’abitato, è al centro della seconda interrogazione consiliare, presentata sulla questione dal Segretario questore dell’Assemblea regionale Giuseppe Graziano. In quanto, a distanza di due mesi dal cedimento del muro in cemento armato, il problema - in principio prettamente tecnico e strutturale - ha assunto anche un preoccupante risvolto sociale.

“Nessuno – denuncia Graziano – si è preoccupato del destino delle famiglie che risiedono nel rione Santa Croce. Nelle settimane scorse, a seguito dei sopralluoghi - a dire il vero celeri - effettuati dal Capo della Protezione civile regionale e dal Responsabile dell’autorità di Bacino per constatare la gravità del crollo e pianificare le opere di intervento, molti residenti si sono visti recapitare un’ordinanza di sgombero in quanto gli edifici, sovrastanti la frana che ha interessato il muro Macrocioli, non risultavano più sicuri. Senza dubbio, quello del Sindaco è stato un atto di coscienza e doverosa premura. Ma avrebbe avuto sicuramente più effetto se a quell’ordinanza fossero seguite decisioni concrete e risolutive. Considerato che, con un dispositivo sindacale, di fatto è stata scaricata sui cittadini la responsabilità di ogni eventuale danno fisico che dovesse verificarsi nel caso in cui la frana causasse il malaugurato crollo delle abitazioni".

"Nessuno – precisa ancora il Consigliere regionale di Opposizione -, né il Comune tantomeno la Regione, si è preoccupato di garantire ai cittadini una soluzione abitativa alternativa, piuttosto che un contributo straordinario destinato a coprire eventuali spese per alloggi alternativi. È molto probabile, invece, che molte famiglie, a loro rischio e pericolo, abbiano deciso di rimanere nelle proprie abitazioni, dichiarate pericolanti. Ma questo nessuno lo sa. Anzi, si fa finta di non sapere. Poiché la frana, a parte uno stanziamento di poche decine di migliaia di euro servito a rimuovere i detriti a valle, rimane ancora li. Così come anche il grande squarcio nella parete di cemento armato. E ad oggi – aggiunge - non si prospetta alcun intervento risolutivo. Bisognerà forse attendere che si consumi qualche tragedia prima di intervenire?”

“Da qui – conclude Graziano – la mia interrogazione a Oliverio, per sapere quali improcrastinabili ed urgenti provvedimenti intenda assumere, per propria competenza, la Regione per mettere in sicurezza i luoghi. Considerato che il permanere di tale condizione di precarietà strutturale e le numerose precipitazioni temporalesche e nevose a cui è soggetta l’area durante il periodo invernale, non fanno altro che aumentare i rischi ed estendere il pericolo di ulteriori crolli anche alle restanti porzioni della parete di contenimento. E soprattutto per sapere quali iniziative intenda assumere per far fronte alle esigenze delle famiglie che si sono viste notificare l’ordinanza di sgombero delle loro abitazioni, senza che gli venisse suggerita alcuna soluzione alternativa”.