A “No(t)te d’Autore il concerto di Luigi “Grechi” De Gregori

Catanzaro Tempo Libero

A “No(t)te d’Autore”, la rassegna di cantautori promossa dall’associazione Arangara con il patrocinio della Regione Calabria, è la volta di Luigi “Grechi” De Gregori, domani, venerdì 4 marzo, all’Oratorio del Carmine con inizio alle 20,30.

Grechi nasce musicalmente alla fine dei ‘60 al Folkstudio di Roma, mitico locale di Trastevere che fu l’approdo di un’intera generazione musicale d’avanguardia. Refrattario alle mode e attratto dalla musica dal vivo molto più che dalle sale di incisione, si dovrà attendere il ‘75 per la pubblicazione del suo primo album "Accusato di libertà".

E di libertà Grechi dimostrava di masticarne parecchia: in quegli anni, lo si poteva ascoltare in giro per festival alternativi e radio libere, locali e cantine ma questo non gli impedì certo di continuare a scrivere e incidere brani corrosivi e spiazzanti come "Elogio del tabacco" o "Il mio cappotto". Verso la fine degli anni ’80, con qualche disco in più all’attivo, scrive "Il bandito e il campione", brano portato al successo dal fratello Francesco De Gregori; la canzone vale a Luigi il Premio Tenco nel ’93 come miglior canzone dell’anno. Approdato alla Sony, continua a incidere: "Dromomania", "Azzardo", "Girardengo e altre storie", "Cosivalavita", "Pastore di Nuvole" e infine "Angeli e Fantasmi" il suo ultimo lavoro. L’accusa di libertà continua a pendere sul suo capo. Partecipa a festival itineranti con i poeti della Beat Generation; accompagna alla chitarra Lawrence Ferlinghetti, suona coi suoi amici Peter Rowan e Tom Russell, si avventura nella Valle della Morte e, con identico impegno e passione, per le autostrade italiane che oggi lo hanno portato a Catanzaro.

Ad aprire il concerto di Grechi, sarà Fausto Bisantis. Impegnato da anni nella ricerca stilistica di nuovi territori musicali, grazie al progetto Faust & Malchut Orchestra, Bisantis attingere a diversi stili e repertori senza prendersi troppo sul serio; dal blues alla psichedelia, dal funk al progressive, secondo una concezione puramente sinfonica e orchestrale all’interno del rock. Musica non colta ma capace di arrivare ai palati più esigenti.