Tutto in regola ma niente accreditamento, struttura psichiatrica: disagio per i degenti
La storia di una Struttura Psichiatrica che, nonostante tutti i requisiti di Legge, ad oggi non riesce ad ottenere l’accreditamento, cosa che comporterebbe una “grave disparità di trattamento degli ospiti” presenti.
A denunciarlo è la Residenza Sanitaria Psichiatrica ad “alto trattamento ed elevata intensità assistenziale”, Villa San Francesco di Villapiana (nel cosentino), che dal settembre 2015 ha presentato l’istanza di accreditamento al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, sulla base della certificazione del fabbisogno.
Il Dipartimento aveva comunicato, nel novembre del 2008, al Comune di Villapiana, che non vi erano motivi ostativi, nella programmazione sanitaria regionale, alla realizzazione della struttura. Seguì poi tutto l’iter necessario: la presentazione dell’istanza di autorizzazione per l’apertura, con la garanzia di operatori per tutte le 24 ore giornaliere e con la disponibilità fino a 10 posti letto.
Dopodiché il Dipartimento aveva richiesto all’ASP di Cosenza, competente territorialmente, di avviare le procedure di verifica di tutti i requisiti finalizzati al rilascio dell’Autorizzazione e all’apertura. Nell’aprile del 2009 la commissione Tecnico Consultiva dell’Azienda Sanitaria provinciale si era espressa favorevolmente sul suo funzionamento e, sulla base dell’Attestazione del Direttore Sanitario dell’ASP, era stata anche confermata la carenza di quel tipo di prestazioni nella zona in cui insisteva la Residenza; così, nel giungo dello stesso anno, il Dg dell’azienda sanitaria ne aveva autorizzato l’apertura.
Insomma, un iter completamente regolare ma che ad oggi non ha sortito comunque alcun risultato e Villa San Francesco risulta ancora non accreditata col Servizio Sanitario nazionale. Una situazione insostenibile che ha costretto la direzione della struttura a rivolgersi alla stampa per far presente quanto accaduto sottolineando il solo aiuto “morale” del vescovo di Cassano Ionio, Mons. Savino, che in più occasioni ha difatti dato voce a “chi già duramente colpito da vicissitudini avverse della vita, non ha altro mezzo per evidenziare la propria presenza”, chiosano dalla Residenza.