Il futuro della narrativa italiana passa dalla Ubik di Catanzaro
Gli autori più promettenti della narrativa italiana stanno facendo tappa alla Ubik di Catanzaro. Sarà per il passaparola ma gira voce tra gli scrittori che in questa libreria del Sud ci sia una bella energia. E allora tante le presentazioni che si stanno susseguendo in questi giorni. Incontri che meritano di esseri vissuti e raccontati. Come quello dello scorso week end con Tommaso Giagni, giovane scrittore già apprezzatissimo con il suo romanzo d'esordio, “L'estraneo”, che ha descritto al pubblico il suo nuovo lavoro, “Prima di perderti”, edito da Einaudi.
“Un libro geniale – secondo il libraio Nunzio Belcaro che ha moderato l'evento - che consente al lettore di fare un'attenta analisi su se stesso. C'è una nuova generazione di scrittori talentuosi che si sta facendo strada e l'editoria dovrebbe dare loro sempre più spazio”. “Prima di perderti - ha dichiarato Tommaso Giagni – è una storia autobiografica e avevo un bisogno intimo e privato di scriverla. C'ho messo tre anni e mezzo per tirare fuori tutti i pensieri che avevo dentro. E' ambientata in una periferia di Roma. Nei miei libri mi concentro sempre sulle zone più a margine. In questo romanzo descrivo il rapporto tra genitori e figli, tra differenti generazioni, in questo caso, tra Fausto e il padre Giuseppe”.
“Si tende sempre a rimandare ad occasioni migliori le cose da dire – ha aggiunto Giagni – ma alla fine lasciamo tanti cerchi non chiusi e viviamo di rimpianti. Il giovane protagonista del mio libro è un vincente, un battitore libero che sente di potercela fare da solo ma, solo dopo il suicidio del papà, si renderà conto che aveva bisogno della figura paterna per completarsi”. Tra riferimenti a Shakespeare, Kafka, Freud e allo straordinario film “8 ½” di Federico Fellini, “Pima di perderti” è un libro “teatrale” che si mostra molto duro con le nuove generazioni.
“Mi fa rabbia – sottolinea Giagni – sentire i trentenni, miei coetanei, lamentarsi del mondo che hanno ereditato. Ognuno è artefice del proprio destino e mi piacerebbe che il lettore, nel leggere il romanzo, si lasciasse andare e ragionasse sul suo essere e la sua esistenza”.