Rapporto Osservasalute 2016, Nicolò: dati preoccupanti per la Calabria
La situazione del sistema sanitario nel Sud Italia ha delle sfaccettature molto preoccupanti, da quanto emerge dal Rapporto Osservasalute 2016, sullo stato di salute della popolazione e sull'assistenza sanitaria nelle regioni italiane, pubblicato dall'Osservatorio dell'Università Cattolica di Roma e presentato ieri al Policlinico universitario Agostino Gemelli.
I dati preoccupanti della Sanità calabrese hanno indotto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, a lanciare un grido d’allarme per quanto si evince dal rapporto sul tasso di mortalità molto maggiore rispetto alle regioni centro-settentrionali della nostra Penisola e la scarsa rilevazione degli screening oncologici.
“Si legge ancora nel report – spiega lo stesso Nicolò – che la spesa privata dei cittadini calabresi per la salute è in aumento e cresce anche la spesa sanitaria pubblica pro capite. Tali differenze in Calabria sono attribuibili alla diversa propensione dei cittadini a orientarsi al mercato privato piuttosto che al pubblico perché rassegnati dalle lunghe liste di attesa, ma possono anche essere determinate da una pianificazione inefficiente e inefficace dei servizi pubblici non coerenti con i bisogni della popolazione o non sufficienti alla domanda di prestazioni espressa”.
“Sostanzialmente si è lavorato al contenimento della spesa, che – prosegue - si è registrato prevalentemente nelle regioni sottoposte a Piano di Rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia), senza pensare al diritto alla salute dei calabresi. Abbiamo – aggiunge l’esponente politico – un bilancio regionale ingessato che copre la spesa sanitaria con più del 65% ma non si riesce a creare un registro tumori. Non è solo un problema di risorse la disparità di salute fra le regioni italiane, ma potrebbe essere una conseguenza delle scelte oculate delle politiche regionali: per esempio, gli screening oncologici, rileva il rapporto, coprono la quasi totalità della popolazione in Lombardia, ma appena il 30% dei residenti in Calabria”.
“La carenza di informazioni – dice ancora il capogruppo FI - non ci consente di intervenire scrupolosamente sulla speranza di vita della popolazione e si registrano più decessi in Calabria. Lo studio analizza ancora la mortalità sotto i 70 anni, considerata dall'Oms un indicatore della efficacia dei sistemi sanitari, tale da riscontrare dal 1995 al 2013 un trend in sensibile aumento nelle regioni del Mezzogiorno, mentre diminuisce nelle regioni del Nord. Le disparità hanno origine dalle logiche di finanziamento dei sistemi sanitari regionali – si parla di soldi pubblici - che vedono il Sud in netto svantaggio: molti governatori delle regioni meridionali non hanno certo dato una mano a loro stessi o, meglio, ai loro elettori”.
“E’ obiettivamente una situazione insensata – conclude Nicolò – perpetrata in nome di una spending review che non solo trasferisce il debito della sanità calabrese direttamente sulle spalle dei cittadini, ma nega il sia pur minimo diritto all’assistenza e alle cure. Ed e’ inconcepibile che a tutt’oggi la Giunta regionale “benedetta” dal governo centrale non riesca a disincagliarsi dalle beghe interne del partito di maggioranza più forte, il Pd, per restituire serenità e sicurezza a operatori e ammalati. Bisogna davvero avere ancora paura di ammalarsi? L’omogeneità di diritti e sicurezza in tutta la nazione dovrebbe essere il punto cardine dell’apparato sanitario. Purtroppo così non è. Forza Italia, pur consapevole di ritardi atavici nel settore sanitario, indirizza forti critiche al Governo presieduto da Oliverio da cui non arriva alcun segnale che indichi neppure la più flebile delle speranze di un cambiamento a cui comunque tutti aspiriamo”.