Suolo bene comune, Miceli (M5S): “Amministrazione stia coi cittadini”

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Domenico Miceli

La crisi del mattone deve diventare una possibilità per l’amministrazione comunale nella difesa del territorio a vantaggio di uno sviluppo sostenibile. In questo preciso momento storico il fenomeno del consumo del suolo non trova giustificazione in incrementi demografici o di attività economiche, ma piuttosto in operazioni di tipo speculativo”. Per questo Domenico Miceli, consigliere comunale del Movimento 5 stelle di Rende, auspica “governi lungimiranti, svincolati da interessi e pressioni particolari, che possano trattare il suolo come Bene comune da tutelare nell’interesse generale della collettività.

“Queste considerazioni preliminari ci hanno indotto a presentare all’esecutivo e alla Terza Commissione Consiliare “Ambiente e Territorio” una mozione che suggerisce una serie di proposte per la riconversione dei terreni edificabili in agricoli e per la riduzione del consumo di suolo. Chiediamo di lanciare un bando pubblico per la rinuncia ai diritti edificatori e permettere ai cittadini che lo richiedono di ritrasformare in lotti agricoli i terreni edificabili; di modificare il regolamento delle entrate comunali, facendo in modo che chi cambia la destinazione d'uso della propria area, passandola da edificabile in agricola, possa richiedere che la differenza tra i tributi versati - di Ici o Imu - negli ultimi tre anni e quanto avrebbe dovuto versare se i terreni fossero stati ad uso agricolo, sia utilizzata a compensazione delle tasse future; di incaricare gli uffici comunali ad effettuare il rilevamento del numero degli alloggi privati non occupati, ivi compresi quelli sfitti, abbandonati e/o inutilizzati; di programmare dei report periodici con cadenza annuale sul “censimento del cemento”.

“Ma chiediamo anche alla Giunta comunale di risolvere il problema dei Pau, di prossima scadenza. È noto, infatti, che molti nostri concittadini proprietari di piccoli lotti di terreni edificabili si ritrovano a dover pagare tasse molto alte ogni anno, senza poter realmente sfruttare i propri terreni per costruire. Ci si riferisce, ad esempio, ai terreni situati all’interno dei 5 PAU, dove la grandezza del lotto minimo impedisce, nei fatti, l’edificabilità”.