Spese “gonfiate” per due eventi culturali, scatta il sequestro per un’associazione no profit

Reggio Calabria Cronaca

Un’associazione no profit incaricata dalla Provincia di organizzare due manifestazioni di promozione sociale e culturale. Peccato che secondo i finanzieri della Sezione Tutela Spesa Pubblica, gli eventi, svoltisi a Reggio Calabria nel corso del 2012 e del 2013, presentino una serie di gravi irregolarità.

Le Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno infatti indagato su un’associazione culturale, la Kabuki, che aveva percepito dalla Provincia dei contributi pubblici, per un totale di 100 mila euro, in relazione proprio all’effettuazione delle due manifestazioni, denominate “Kalabria suoni e sapori del Mediterraneo”.

I militari hanno verificato nei dettagli tutti i documenti di spesa presentati all’Ente per il rimborso ma hanno anche controllato e riscontrato i relativi pagamenti effettuati dall’associazione. Sarebbe così emerso che i giustificativi di spesa per l’organizzazione degli eventi (fornitura di servizi, noleggio di attrezzature varie come palco, impianto audio e luci), costituiti per lo più da fatture di fornitori, sarebbero stati in tutto o in parte irregolari, non veritieri o, comunque, non conformi a quanto richiesto dalla normativa.

L’Associazione – sostengono i militari – avrebbe presentato a rimborso, tra l’altro, alcune fatture che ne certificavano il loro pagamento anche se non ancora saldate. In un’altra circostanza, il rappresentante legale avrebbe portato a rendiconto un documento di spesa che, secondo i riscontri incrociati, sarebbe risultato non corrispondere alla fattura, recante la stessa numerazione, regolarmente emessa e detenuta dal fornitore.

Al termine delle indagini, il rappresentante legale della no profit è stato pertanto segnalato alla Procura di Reggio Calabria per falso e truffa aggravata e si è ipotizzato a carico dell’Associazione Culturale delle violazioni in tema di responsabilità amministrativa delle società.

Inoltre è scattato un sequestro preventivo “per equivalente” del valore, appunto, di 100 mila euro, disposto dal Gip presso il Tribunale locale per cautelare le disponibilità liquide e beni immobili intestati alla stessa associazione e al suo presidente.