Diamante, 30 minuti nella guardia medica aspettando l’ambulanza
Nel pomeriggio di domenica scorsa, a Diamante, una donna, recatasi presso la guardia medica per un malore, avrebbe atteso 30 minuti per l’arrivo di una ambulanza del 118.
A renderlo noto è la Congregazione di Misericordia del centro cosentino sottolineando che, alla luce di questo episodio, sembrerebbe rimasta immutata “la precarietà del servizio di emergenza-urgenza 118 sull’alto Tirreno cosentino aggravatasi notevolmente – afferma - dopo la mancata sottoscrizione della convenzione” con la stessa Misericordia e “che ha prodotto la chiusura della postazione 118 di Diamante con una evidente e grave scopertura del territorio ed un conseguente aumento dei tempi di arrivo delle ambulanze”.
Quello di domenica, evidenziano dalla Congregazione, è uno dei numerosi episodi “che, ormai, si stanno verificando sempre più frequentemente a partire dallo scorso novembre; d’altra parte – proseguono - se il numero di interventi della postazione è sempre stato di tutto rispetto con i suoi 1000/1200 soccorsi all’anno, è chiaro che il venir meno del presidio di emergenza ha riversato tali interventi sulle altre postazioni presenti sul territorio rendendole sempre più insufficienti e inadeguate nel periodo invernale e, ancor più, in quello turistico”.
“La chiusura a riccio dell’ASP e del suo direttore generale nei confronti della Misericordia di Diamante e delle richieste di riattivazione della postazione, non avvenuta per motivi poco chiari e probabilmente legati a particolari equilibri politici e organizzativi interni mascherati da personalismi – ribadisce ancora la Congregazione - sta avendo un impatto negativo sulla gestione ed efficienza del servizio 118 su tutto il comprensorio dell’alto Tirreno cosentino”.
Un pericoloso disservizio, viene evidenziato, che “lo hanno vissuto nei mesi scorsi, sulla propria pelle, anche i carabinieri della locale stazione di Diamante i quali, intervenuti sul luogo di un tentato suicidio, hanno dovuto attendere circa 40 minuti l’arrivo dell’ambulanza del 118 con un chiaro grave pregiudizio per la salute e l’incolumità della persona soccorsa restata viva grazie soprattutto all’intervento dei militari dell’Arma e al successivo arrivo dell’elisoccorso”.
“Esempi di ordinaria malasanità – sbottano dalla Misericordia - in una azienda sanitaria definita dai quotidiani, in questi giorni, come la peggiore della Calabria e se consideriamo che la Calabria è il fanalino di coda in Italia allora possiamo immaginare quale sia la condizione dell’ASP di Cosenza”.
“Invitiamo tutti i cittadini, che ritenessero aver subito un danno dal ritardo delle ambulanze del 118, a rivolgersi al proprio avvocato di fiducia per valutare un’azione legale nei confronti dell’ASP di Cosenza, del suo direttore generale e del direttore della centrale operativa 118 il quale, relativamente alle sue competenze, dovrebbe essere parte attiva per la soluzione di un problema che i vertici aziendali hanno aggravato anziché risolvere” ha aggiunto in proposito Domenico Oliva del Tribunale del Malato dell’alto Tirreno cosentino aggiungendo di aver già confermato come Tdm la propria disponibilità ad offrire una consulenza a coloro che ritenessero di volersi rivolgere agli uffici di Diamante.
“Il direttore Mauro e il direttore Borselli - prosegue - sono tenuti ad attivarsi per garantire il potenziamento ed il miglioramento del servizio 118 che è da considerarsi prioritario rispetto ad incarichi e spese che l’ASP costantemente sopporta. La mancanza di un atteggiamento istituzionale di Mauro, che si configura nella mancanza di risposte a richieste ufficiali, è quanto meno esecrabile e sempre meno è confacente ad un ruolo di responsabilità quale quello da lui ricoperto soprattutto quando si considera che si tratta della salute pubblica e della incolumità dei cittadini spesso anziani e bambini.”