Riscoprire e far rivivere i centri storici. A Cinquefrondi l’evento Borgo Futuro 2.0

Reggio Calabria Attualità

Il Frantoio delle Idee e la Cooperativa Sankara, ente attuatore del Progetto territoriale Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) di Cinquefrondi, presenta “Borgo Futuro 2.0 - Le radici e le foglie nuove”, realizzato in collaborazione con ReCoSol-Rete dei Comuni Solidali, il Servizio Centrale Sprar e Mammalucco Associazione Multiculturale, con il patrocinio dell'amministrazione comunale di Cinquefrondi.

Nelle intenzioni degli organizzatori, domani e dopodomani, 9 e 10 agosto, saranno due giornate dedicate al centro storico cinquefrondese che offriranno lo spunto per analisi, riflessioni, approfondimenti, proposte, socialità e cultura.

Il Progetto, viene spiegato, nasce dalla constatazione che l'abbandono dei centri storici è divenuto nel corso degli ultimi decenni un tratto caratteristico dei borghi calabresi; anche Cinquefrondi è stata vittima di questo fenomeno di spoliamento, di allontanamento delle proprie “radici”.

In questo contesto è nata la necessità di avviare un ragionamento sul riutilizzo del patrimonio urbanistico, recuperandone le caratteristiche architettoniche ed integrandole con interventi di bio-edilizia, combinate alla scelta prioritaria di energie rinnovabili, in una ottica di rigenerazione urbana, di riqualificazione abitativa e produttiva evitando ulteriore consumo di suolo e cementificazione.

“Oltre al ragionamento sulle radici – spiegano ancora gli organizzatori - ci siamo posti la domanda su chi possano essere “le foglie nuove” capaci di ripopolare e rivalorizzare il centro storico. Chiaramente i cittadini di Cinquefrondi, che potrebbero riscoprire il proprio centro storico e con esso le proprie radici. Un’altra possibile risposta può essere anche derivante da un approccio razionale, e non emergenziale, al fenomeno migratorio”.

L'avvio della esperienza dello Sprar a Cinquefrondi è stata l'occasione per un ulteriore approfondimento e per comprendere la grande possibilità che può scaturire dalla traduzione del problema in risorsa.

L'intento di questi due giorni di iniziative vuole essere quello di mettere a confronto esperienze diverse capaci di approfondire e di proporre le possibili soluzioni sul riutilizzo del patrimonio edilizio abbandonato in un'ottica non solo di accoglienza, ma anche di sviluppo di microeconomia e di iniziare un ragionamento sul turismo diffuso e sostenibile.

"Ci saranno – concludono i promotori - anche momenti di convivialità e di socialità, che rappresenteranno la prova tangibile di una comunità che prova a ripartire, forte anche dell’incontro con culture diverse e non vittima delle politiche della paura e della diffidenza".