Violenza di genere. Provincia Cosenza dice no con l’opera teatrale “X=Y”
Grande successo per la rappresentazione teatrale “X=Y” organizzata da “Teatro in Movimento” e dalla Provincia di Cosenza, andata in scena ieri mattina all'"Aroldo Tieri” di Cosenza. Il palco del teatro ha visto la straordinaria interpretazione degli attori di una Compagnia che ha scelto di spendersi in un progetto culturale ed educativo, per sensibilizzare i giovani contro il femminicidio e la violenza di genere.
Oltre quattrocento i giovani studenti degli Istituti Superiori presenti in sala, uomini e donne in erba che hanno seguito con partecipata attenzione una performance artistica finalizzata ad aiutarli a capire come certe differenze tra uomo e donna si siano sviluppate culturalmente nel corso della storia. Comprendere per superare, andare oltre, imparare a dire no a ogni forma di violenza e in particolar modo alla violenza di genere.
Lo spettacolo è stato fortemente voluto dal Presidente della Provincia Franco Iacucci, che nel portare ai ragazzi e a tutti gli astanti il saluto iniziale dell’Ente ha ricordato che “ogni anno oltre cento donne vengono uccise in Italia da uomini che conoscevano o con cui, nella maggioranza dei casi, avevano avuto una relazione affettiva. Il numero delle vittime aumenta in maniera allarmante a riprova che il femminicidio non è solo un atto riprovevole e feroce ma anche il frutto di una cultura del disprezzo nei confronti della femminilità, di una modalità distorta di vivere i rapporti umani, di una dimensione dell'amore come smania brutale di possesso.
Anche nella nostra terra, la Calabria, la situazione purtroppo è la stessa. Ed è fin troppo evidente come tutto parta da condizionamenti culturali che l'individuo subisce nel corso del suo sviluppo”.
Cosa fare, allora, è la domanda che si pone - e che pone - il Presidente della Provincia, senza sottrarsi dal cercare una risposta positiva e concreta: “da uomo delle Istituzioni credo si debba partire da un'educazione sulla differenza di genere, per far comprendere quanta ideologia, quanta prepotenza, quanta violenza, siano state esercitate a partire da essa. I ragazzi guardano, ascoltano e assimilano tutto ciò che accade intorno a loro, senza avere spesso gli strumenti per decodificarlo: ecco perché ho scelto di parlare direttamente e personalmente, in ogni occasione, con i ragazzi. E tornando al problema del femminicidio e della violenza di genere penso sia indispensabile infondere, sin dalle prime classi e dai primi passi nella scuola, l’iniezione che può stroncare sul nascere questo bruttissimo virus. Tutti insieme - istituzioni politiche, istituzioni scolastiche e genitori - possiamo eliminare il germe della violenza prima ancora che nasca. Pensiamoci”.
Una bella occasione di confronto fra generi e generazioni, tutti insieme a teatro per dire no alla violenza sulle donne.