Asp: il registro tumori entra nella “sorveglianza globale sulla sopravvivenza del cancro”
Il Registro Tumori dell’ASP di Catanzaro, diretto dalla dott.ssa Antonella Sutera Sardo, prenderà parte alla sorveglianza globale sulla sopravvivenza del cancro.
Ha infatti ricevuto la comunicazione del completamento della terza fase del controllo di qualità sui dati inviati per lo studio Concord 3. Inoltre una sintesi dello studio verrà pubblicato nel gennaio prossimo su “The Lancet”, prestigiosa rivista scientifica di ambito medico, fondata nel 1823.
Il programma “Concord”, approvato da 40 agenzie nazionali e internazionali, tra cui l'OMS Europe, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e la Banca mondiale, è stato avviato presso la London School of Hygiene &Tropical Medicine (LSHTM) e rappresenta l'istituzione di una sorveglianza mondiale sulla sopravvivenza del cancro mediante il controllo centralizzato della qualità e l'analisi dei dati dei registri di popolazione, come parametro comparativo dell'efficacia dei sistemi sanitari.
Lo studio utilizza i registri dei tumori attraverso la raccolta centralizzata dei dati, ottenuti con metodi standardizzati e pubblicati nella “Incidenza dei tumori nei cinque continenti”, prodotta da International Agency for Research on Cancer (IARC).
Con il “Concord-2” è stata analizzata la sopravvivenza del cancro dal 1995 al 2009. Lo studio “3”, in corso, aggiornerà la sorveglianza mondiale sulla sopravvivenza del cancro fino al 2014. Comprenderà 15 tumori o gruppi di cancro che rappresentano il 75% del carico globale.
Miglioramenti nella sopravvivenza del cancro sono stati riportati dopo importanti cambiamenti politici ed economici in Estonia, Lituania e Germania. A sua volta, la bassa sopravvivenza ha influenzato lo sviluppo della strategia della lotta alla malattia in paesi come Algeria, Brasile, Messico, Cina, India e Russia.
Il confronto internazionale delle tendenze di sopravvivenza, effettuato dalla sorveglianza sulla sopravvivenza, rivela differenze molto ampie che possono essere attribuibili a differenze nell'accesso alla diagnosi precoce e al trattamento ottimale.
La maggior parte della variabilità globale nella sopravvivenza del cancro è probabilmente attribuibile alla iniquità nell'accesso a servizi diagnostici e terapeutici ottimali, sia nei paesi ricchi che nei poveri. Chiudere il divario tra ricchi e poveri nell'accesso al trattamento del cancro è considerato dunque "un imperativo di equità".