Benincasa: “ Dove Speranza intende traghettare la città di Lamezia? ”
Se il sindaco Speranza è consapevole che la crisi economica nel Paese è tale da giustificare scelte drastiche nei trasferimenti diretti agli Enti locali, piuttosto che piangersi addosso e puntare il dito, compierebbe un atto di qualità a rimboccarsi le maniche determinando e verificando obiettivi utili per la città alla squadra dei suoi dirigenti e amministratori dedicati a gestire tributi locali e finanze europee. La dubbia moralità di concorsi dirigenziali vinti da persone che hanno ricevuto incarichi dalla stessa amministrazione, la disparità nei benefici tra le associazioni sportive e culturali del territorio; la mancanza di adeguata trasparenza negli atti con cui l’amministrazione spende i soldi dei cittadini; la volontà di sottacere le reali condizioni economiche e finanziarie della società Multiservizi, in violazione palese del Regolamento comunale- su cui il presidente del consiglio farebbe bene a non soprasedere anche per il bene dei lavoratori; la mano sciolta degli incarichi ai profeti di patrie sconosciute; la velleità di ribellismi istituzionali buoni solo ad accrescere l’ etichetta fasulla del sindaco don Chisciotte; l’elenco delle discriminazioni che i cittadini subiscono senza neppure riuscire a protestare… Tutto questo pone una riflessione urgente e seria: dove Speranza intende traghettare la città di Lamezia? Con queste condizioni il sindaco ha possibilità di scegliere di andare avanti con la presunzione di innocenza, fino a farci scoprire l’irreparabile tra qualche anno, dietro le avvisaglie inascoltate della Corte dei conti. Oppure ascoltare e decidere di agire da oggi su una piattaforma trasparente di obiettivi comuni su cui sviluppare anche a Lamezia un modo nuovo di fare politica con un governo regionale responsabile e operoso. La logica del bene comune e della legalità autentica stridono con le pratiche portate avanti dall’amministrazione speranza. E’ necessario garantire maggiore pubblicità e partecipazione ai piani che riguardano lo sviluppo della città. Dalla Cultura all’Urbanistica, dal Commercio alle Attività produttive, il livello di esclusione che si registra in città è tale da motivare la necessità di un cambiamento radicale sovvertendo la politica degli annunci e dei personalismi. Neppure un assessore dal calibro di Tano Grasso può ritenersi esenti dal rispetto di regole precise. Neppure un disegnatore di grido può lasciare fuori porta le osservazioni del Consiglio comunale e degli organi professionali replicando i limiti adottati nel vecchio piano regolatore. A questo andazzo corrisponde la risposta “normale” del devastante fenomeno dell’abusivismo non solo edilizio che molto spesso sorprende cittadini considerati di serie “B” realizzare senza autorizzazione quello che altri cittadini riescono a ottenere... per merito di chi?
Il Consigliere Comunale
Teresa Benincasa