Toponomastica a Pellaro, al via la valorizzazione dell’arco di Nesci
Si è tenuta a Pellaro la cerimonia di intitolazione della Via Francesco Saverio Campolo (1896 – 1941, Medaglia d’Oro al Valore Militare), nell'ambito delle attività di riordino della toponomastica del territorio del Comune di Reggio Calabria. Il popolo quartiere a sud di Reggio Calabria vedrà finalmente sostituire le indicazioni delle traverse che si diramano dalla centrale via Nazionale, finora segnalate con lettere progressive, con i nomi dei tanti personaggi che hanno contribuito alla crescita della comunità mediante il loro apporto culturale, politico –sociale, lavorativo, nei campi più svariati.
Nel corso del convegno organizzato nell’ambito del Taranta Wine Fest per la presentazione del libro “Toponomastica di Pellaro” scritto su input dell’assessore Giuseppe Marino dall'urbanista Giovanni Marcianò con la collaborazione del professore Giuseppe Cantarella, Presidente della Commissione Toponomastica, sono state illustrate - nella stessa serata di sabato - le scelte che l’Amministrazione Comunale ha compiuto per le intitolazioni delle strade del centro di Pellaro.
Come lo stesso sindaco Giuseppe Falcomatà ha avuto più volte modo di commentare: “passo dopo passo si ricostruisce il percorso storico, le vicende fondanti e si rinsalda la memoria collettiva costruendo una identità condivisa che si trasforma in riferimenti per le giovani generazioni”. E proprio in quest’ ottica si inserisce una precisa volontà del sindaco che riguarda l’arco di Nesci annunciata dal primo cittadino stesso proprio a ridosso del sopralluogo effettuato prima dell’inizio del convegno.
La via nazionale di Pellaro, intitolata originariamente a Vincenzo Nesci, incontra la via Lume, che conduce alla colline pellaresi, proprio con l’arco di Nesci. Si tratta di una struttura in pietra realizzata per superare i dislivelli topografici, che consentiva il trasporto di acqua, da e per la contrada di Ribergo, elemento che ha agevolato l’irrigazione delle colture di bergamotto anche lontano dai corsi di acqua e lo sviluppo di una florida agricoltura.
“Un baluardo dell’antica civiltà contadina e un predisio di testimonianza e memoria che deve tornare al suo splendore” dichiara Falcomatà. Già questa mattina in giunta il sindaco Falcomatà ha dato mandato di tirare fuori dai cassetti della vecchia progettazione comunale il percorso di valorizzazione e conservazione dell’arco, da aggiornare, per affidarlo immediatamente alla sua compiuta realizzazione.
“Non si tratta solo di recuperare la memoria ma occorre nel contempo risolvere un atavico problema di sicurezza della viabilità che interessa la zona di Lume a causa dei pericoli che potrebbero scaturire dal mancato consolidamento dell’opera” ha concluso il sindaco.