Racket: impresa vibonese ancora nel mirino, “così chiuderemo”
Ennesimo attentato incendiario ai danni dell'impresa edile di Vincenzo Restuccia, ex presidente della Confindustria vibonese, già nel mirino un centinaio di volte nella sua quarantennale attività estesa anche fuori provincia. Il fatto e' avvenuto poco dopo la mezzanotte a Vibo Valentia lungo viale della Pace, dove l'impresa e' impegnata nel rifacimento di un pezzo di strada provinciale che si collega con l'autostrada A/3, Salerno-Reggio Calabria. Al momento dell'incendio gli automezzi erano parcheggiati all'interno del piazzale di un elettrauto a cui aveva chiesto il permesso e che a sua volta ha subito dei danni. Ad accorgersi dell'incendio e' stata la moglie dell'elettrauto, che ha chiamato i vigili del fuoco che, intervenuti tempestivamente, hanno così limitato il danno ad un escavatore e ad un'auto. Sul posto e' intervenuta anche una volante della questura che si trova poco distante. E' il primo attentato dall'inizio del nuovo anno. Il vecchio anno l'imprenditore l'aveva chiuso con l'incendio di un altro escavatore, impegnato a Parghelia per i danni alluvionali ed un altro a Joppolo, senza contare gli spari contro la sua abitazione mentre era in casa con la famiglia. "Non so più cosa fare e cosa dire - afferma Restuccia - tra l'altro editore della emittente televisiva Retekalabria - so soltanto che mi stanno venendo meno le forze. Se non fosse per la responsabilità di dover dare da vivere a circa 200 dipendenti, a quest'ora avrei mollato. Ma non e' detto che non lo faccia. Ditemi voi se questa e' vita. Ho già subito un infarto, mentre uno dei miei figli e' rimasto colpito psichicamente ed ancora non si e' rimesso. Già le imprese - aggiunge - stanno chiudendo per la crisi economica. Se a questa si aggiunge la tangente che la criminalità pretende, da qui a poco la Calabria diventerà una terrà desertificata con la 'ndrangheta che la fa da padrona".