Cariati, Greco: “accuse paradossali, il Consiglio dei ragazzi e delle ragazze si farà”
“L’Amministrazione Comunale cariatese ha deciso di istituire, infatti, il Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi. Potrebbe sembrare una buona notizia, un’iniziativa importante e costruttiva, bensì osteggiata da alcune insegnanti che ritengono questa decisione, un modo escogitato dal Sindaco e dalla Giunta per meri scopi di comunicazione politica. Ancora, a dire il vero, non abbiamo ben capito come il fatto di dare l’opportunità ai giovani di partecipare in modo diretto e da protagonisti alla vita pubblica possa tradursi in uno strumento indiretto di propaganda, ma poi per cosa”?
È, in sintesi, il messaggio contenuto nella lettera aperta che il Sindaco Filomena Greco ha destinato alla comunità scolastica, al dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Tiziana Cerbino, al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Marco Bussetti, all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e ai rispettivi uffici di competenza regionale.
Nella lettera si legge ancora: “siamo di fronte ad accuse paradossali, se si pensa che sono state avanzate da chi le Istituzioni dovrebbe invece rappresentarle e non offenderle e, ancor di più, se si fa rifermento a quelle norme che non solo prevedono la nascita dei Consigli comunali dei giovani, ma addirittura le incentivano. Basti citare la legge 176 del 1991 di “Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989”; la legge 285 del 1997 sulle “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza” e la “Carta europea riveduta di partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale” del 2003 adottata dal Consiglio d’Europa.
E con lo stesso metodo seguito oggi dal Comune di Cariati, ad esempio, la Regione Lazio ha emanato nel 2018 un regolamento che “favorisce l’istituzione, lo sviluppo e l’interazione: a) dei consigli comunali, municipali o sovracomunali dei giovani; b) dei consigli comunali, municipali o sovracomunali dei bambini e dei ragazzi”.
“Nella nostra comunità, purtroppo, - batte la nota dell’esecutivo - alcune insegnanti hanno impedito ai bambini e ai ragazzi di partecipare alle iniziative poste in essere per l’avvio del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi. Così come, circostanza ancora più grave, con la stessa paradossale ed assurda accusa di presunte finalità propagandistiche, le stesse hanno impedito ad alcuni studenti di partecipare alla Giornata Della Memoria 2019, istituita per ricordare e spiegare alle nuove generazioni l’Olocausto e per impedire che queste pagine nere della Storia possano ripetersi, svoltasi nei giorni scorsi con grande partecipazione e successo”.
“La doverosa collaborazione tra istituzioni, comune e scuola, finalizzata a migliorare e diversificare la formazione e la crescita sociale dei ragazzi viene fatta passare e trattata alla stregua di oggetto di contesa o contrapposizione politica. Il che è inaccettabile – incalza la nota - oltre che profondamente diseducativo per tutti, non solo per gli studenti. Il Sindaco non può essere chiamato in causa solo per la rottura dei bagni o comunque per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili delle scuole. Primo Cittadino, Comune, al pari di altre istituzioni hanno anche il ruolo costituzionale ed etico di sostenere ed incentivare al meglio la crescita dei cittadini perché siano consapevoli e ancora più sensibili rispetto a tematiche sociali e di civile convivenza”.
Le istituzioni non sono nemiche dei cittadini; sono e devono essere al servizio dei cittadini: aperte, pronte al dialogo e al coinvolgimento.
“Abbiamo deciso di scrivere questa lettera, sia perché crediamo nell’irrinunciabile senso di responsabilità che deve animare quanti a diverso titolo rappresentano comunque le istituzioni, dal Comune a quelle scolastiche; sia perché viviamo anni difficili, di allontanamento dalla politica e dalla vita pubblica. Sono anni bui nei quali è spesso la paura a vincere. La paura per ogni cosa, che ci porta a chiuderci nelle nostre case, soli, lontani dagli altri, da chi decide. Ma soprattutto, lontani dal confronto. Mentre è uniti, insieme tutti che si diventa forza. E la forza dei cittadini può fare paura” – aggiunge la nota.
“Educare i nostri figli al confronto, all’apertura verso l’altro, all’amore per la conoscenza e per lo studio è il regalo migliore che possiamo fare loro. Perché la consapevolezza è l’unico modo per non avere paura della vita e per potersi difendere senza usare la violenza. Quando una qualsiasi istituzione si arrende o prova a tenere lontani i cittadini dalla partecipazione alla vita pubblica non fallisce solo l’istituzione, falliamo tutti. Suggerire ai nostri figli di non partecipare a un’iniziativa, di sottrarsi a confronti ed esperienze formative non è solo sbagliato, ma è anche ingiusto. Non dovrebbero mai rinunciare a capire, soprattutto quando credono di non condividere quello che pensa o decide l’altro”.
“Ad ogni modo, abbiamo molta fiducia nei giovani, nelle loro intelligenze. E non crediamo proprio che si lasceranno influenzare così facilmente come si vuole far credere. I giovani sono ribelli, sono l’energia, sono l’irriverenza. Come si può pensare che siano manipolabili? Se guardi negli occhi un giovane ci puoi trovare dentro tutta la vita che sarà, ci puoi vedere dentro i sogni e le speranze per un’intera società. Noi crediamo nei giovani; nella loro forza. Abbiamo fiducia nella vita ancora acerba che si portano dentro e che ha voglia di uscire fuori, di fare sapere che esiste. Ma più di ogni altra cosa, crediamo nella responsabilità che gli adulti e che le istituzioni hanno di proteggere quel fuoco, di alimentare quella vita, di dare tutti gli strumenti utili per diventare adulti consapevoli e innamorati della civiltà. I giovani sono la speranza di quello che il mondo potrebbe essere. E non possono essere fermati o ostacolati” – prosegue la nota.
“Sì, i giovani sono il futuro. Ma nel presente non sono ancora adulti. Hanno bisogno di fare esperienza, di essere guidati, di conoscere e studiare, di apprendere e poter dire la loro. Confrontarsi, ascoltare, capire dove finisce la loro libertà e inizia quella dell’altro. Ed è proprio su questo ultimo principio che si fonda la democrazia e le istituzioni stesse: la conoscenza dell’altro, il rispetto della cosa pubblica, che è poi rispetto verso sé stessi. Rassicureremo i tanti giovani di Cariati che alla notizia dell’avvio del progetto hanno manifestato entusiasmo. In particolare per i ragazzi di quelle classi a cui è stato negato il permesso a prendere parte al progetto: Partirà presto il Consiglio Comunale Cariatese delle ragazze e dei ragazzi”.
“Un luogo di educazione, di formazione, di confronto. Un posto dove ascoltare ed essere ascoltati. E sarà un posto dove si sperimenterà anche uno dei primi brividi dell’essere adulti: imparare a prendersi la responsabilità delle proprie idee. Che è poi una cosa meravigliosa, forse una delle poche per cui vale davvero la pena di vivere. Trovarsi, ad esempio, a leggere un provvedimento o a scrivere i punti all’ordine del giorno di una riunione. E ancora – conclude - dover documentarsi su una questione per poter poi dire come la si pensa o per poter proporre soluzioni”.