Cirò, successo per il convegno dedicato a Luigi Siciliani
Un personaggio poliedrico, che ha lasciato una forte impronta di sé nella storia italiana del primo Novecento. Autore indefesso e prolifico, già da giovanissimo pubblicò il suo primo studio di argomento Pascoliano, dedicandosi in seguito ad una intensa attività letteraria. Erudito e coltissimo, conosceva perfettamente molte lingue antiche e moderne. Fu uomo politico impegnato e patriota convinto, autore pregevole e sopraffino, traduttore squisito e mirabile, legatissimo alla sua terra, della quale cantò i fasti del passato magno-greco, appassionato cultore della storia dell’arte, contribuì alla scoperta del tempio di Apollo Aleo a Cirò Marina. Stiamo parlando di Luigi Siciliani, nato a Cirò nel 1881.
Un illustre cittadino cirotano, che va conosciuto, rivalutato e finalmente apprezzato come merita. Proprio con questo scopo, gli alunni del Liceo Scientifico “Lilio" si sono dedicati negli ultimi anni, sotto la guida attenta di Assunta Madera, allo studio e alla ricerca su Luigi Siciliani, e nella giornata di sabato 2 Marzo hanno organizzato un interessante convegno che hanno voluto intitolare “Alla scoperta di Luigi Siciliani". Al convegno hanno partecipato illustri personalità del mondo culturale contemporaneo, che a vario titolo hanno a che fare con Siciliani. Tutti i relatori hanno voluto mettere in evidenza la poliedricità del Siciliani, partendo dal presupposto comune che la conoscenza di un personaggio tanto importante del passato possa essere anche un utile strumento di valorizzazione del paese che gli ha dato i natali.
Dopo i saluti della dirigente Serafina Rita Anania, del sindaco Francesco Paletta, della senatrice Margherita Corrado e del parroco don Matteo Giacobbe, l'alunno Francesco Murano ha introdotto un video realizzato dai ragazzi della terza B del Liceo Scientifico, in cui sono stati messi in evidenza diversi aspetti della personalità del Siciliani: patriota e politico, alunno delle muse, traduttore ispirato, amante della storia dell'arte, e la sua calabresità. Luigi Siciliani, legatissimo alla sua terra di origine, sollecitò gli scavi a Paolo Orsi, e fu proprio grazie alla sua lungimiranza che fu ritrovato il Tempio di Apollo Aleo a Cirò Marina. Egli cantava la “Calabria felix", una terra ricca di storia e di cultura, e sosteneva appassionatamente che la rinascita della nostra terra potesse avvenire tramite la riscoperta culturale di un passato glorioso e perduto. Un tema quanto mai attuale, alla cui realizzazione potrebbe dare un vasto contributo proprio la valorizzazione delle opere e dei pensieri di Luigi Siciliani.
“Zio Luigi è stato un elemento che mi ha determinato" , ha dichiarato nel suo ricco intervento Nicola Siciliani De Cumis, professore ordinario di pedagogia generale all'università di Roma “La Sapienza “, ricordando però come del suo antenato parente non si conosca ancora che una minima parte, e di come la ricerca non possa essere un fatto privato, ma un percorso da condividere .
Siciliani De Cumis ha sintetizzato la poliedricità di Luigi Siciliani con il sette, il numero magico pitagorico. Sette erano le lingue conosciute dallo scrittore-poeta-traduttore, e sette sono gli aspetti messi in evidenza da De Cumis, fra cui il nazionalismo, che già all' epoca lo vedeva proiettato verso un'idea europea e universale della politica, l'amore per i beni culturali, che lo poneva in una dimensione estetica per la quale l'arte e l'archeologia venivano considerate la leva di sollevamento della questione meridionale, fino ad arrivare alla concretezza della sua attività parlamentare.
Dopo questa attenta analisi, l'alunno Pierpaolo Esposito, con il sottofondo musicale dell'alunna Rita Anania, ha recitato alcuni versi di “Capo Crimisa", che hanno profondamente colpito i presenti. Nell'intervento successivo, il Senatore Cesare Marini, già sindaco per tanti anni di San Demetrio Corone, e fondatore della rivista “Nuove lettere meridionali”, ha posto l'accento sul romanzo “”Giovanni Francica" del 1910, storia semi-autobiografica di un giovane che si salva dalle degenerazioni dell'estetismo grazie all'azione politica. Il romanzo, secondo Marini, dipinge la Calabria del tempo, ma la Cirò di Siciliani è del tutto simile ad un qualsiasi paesino calabrese dell'epoca, con le sue divisioni in classi sociali ben separate fino a che la paura comune del terremoto che colpì la Calabria nel 1908 livellò queste distinzioni.
L’alunna Francesca Caparra, accompagnata dalla musica di Rita Anania, ha letto proprio le ultime pagine di questo romanzo, suscitando una palpabile emozione nei presenti. Il professor Enrico Ghidetti, che non ha potuto partecipare al convegno, ha fatto pervenire un suo contributo, che è stato letto in sala dalla Dirigente Anania. Lo scritto prende in esame le opere del Siciliani, soffermandosi in particolare su “Giovanni Francica”.
La professoressa Assunta Madera, referente del progetto che si conclude con questo convegno, ha letto invece la relazione della professoressa Giorgia Gargano, nella quale si ricorda l'impegno di Luigi Siciliani e le sue sollecitazioni presso Paolo Orsi, che hanno portato alla scoperta di numerosi reperti, oltre al già citato Tempio di Apollo Aleo. Nel 1939 sarà emanata la legge n. 89, che sancirà che tutti quello che viene ritrovato durante gli scavi in aree archeologiche diventa di proprietà della collettività, sono patrimonio pubblicò, così come poi sarà sancito dalla Costituzione. La Gargano ricorda il viaggio di Filottete e la fondazione da parte dell'eroe greco del tempio dedicato al dio Apollo. Filottete ed Eracle sintetizzano Krimisa, l'odierna Cirò, come terra di frontiera, di sbarco. Il santuario greco è immaginato come un luogo di sospensione dei conflitti fra Sibari e Crotone. La prima guerra mondiale depaupera il sud di uomini e di risorse, e questo blocca in un certo modo l'opera di Paolo Orsi, che in Siciliani trova il suo genius loci.
Si è poi proceduto alla premiazione dei lavori prodotti dagli alunni del Liceo Scientifico nell'ambito del concorso “Alla scoperta di Siciliani". La commissione ha voluto premiare Alessia Arcuri e Chiara Cidone, che hanno ricevuto il riconoscimento dalle mani di Carlo Siciliani. Alla premiazione ha fatto seguito un dibattito durante il quale gli alunni hanno proposto interessanti domande e spunti di riflessione, ricevendo esaurienti risposte da parte dei relatori.
Una giornata ricchissima, un primo passo verso la riscoperta di un personaggio di grande spessore culturale, che sarà sicuramente oggetto di altre iniziative, perché, per riprendere il pensiero espresso dalla Dirigente Serafina Rita Anania, “Luigi Siciliani ha avuto il merito di far conoscere al mondo culturale di inizio Novecento una Calabria ricca di storia, di tradizioni, di cultura, e non la terra arretrata e selvaggia che fino ad allora veniva descritta. Conoscerlo e studiarlo potrebbe essere per noi un volano di crescita e progresso. Siciliani potrebbe diventare lo sponsor della nostra terra, perché fu colui che mise il suo talento e la sua vasta cultura a disposizione dell'intera patria, sia nella letteratura che attraverso il suo impegno politico, efficacissimo esempio per le nuove generazioni che in questo liceo si formano”.