Corrado (M5S): “istituire i vincoli archeologici, unico modo per proteggere i beni calabresi”
La candidatura della Sila a patrimonio Unesco è per Margherita Corrado un sogno per molti che non potrà realizzarsi per l’eccessiva antropizzazione, abusivismo edilizio, e il taglio indiscriminato di alberi per alimentare centrali a biomasse che si verificano all’ordine del giorno.
“Finché dette condizioni di criticità non saranno superate, - avanza la senatrice - ogni ambizione ad ottenere l’ambito riconoscimento è destinata ad infrangersi. Si trascura spesso, però, il fatto che tra gli altri strumenti di tutela dell’altopiano, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio mette a disposizione il vincolo archeologico ex Art. 142 comma 1 lettera m, che si applica non a singoli luoghi ma a zone anche molto vaste punteggiate di siti di interesse archeologico”.
“Ebbene, ai laghi Ampollino, Arvo e Cecita corrispondono altrettante aree di frequentazione antropica remota che, se nel secondo caso è solo preistorica, negli altri due spazia dalla Preistoria al Medioevo. Gli archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali contengono tali e tanti dati, al riguardo, che in passato la Soprintendenza Abap sembrava essere sul punto di emanare i vincoli suddetti. Lo stesso vale, spostandoci verso lo Ionio, per certe aree del Crotonese come la fascia sub-costiera delle colline che corrono da Carrara a Campione”.
“Ho scritto alla Direzione Generale del Ministero Beni Culturali per chiedere che analizzi i casi sopra citati alla luce della documentazione disponibile e quello più puntuale di Piano di S. Biagio (Crotone), allo scopo di valutare l’attivazione o la ri-attivazione delle relative istruttorie di vincolo – conclude. Le azioni di tutela dei beni pubblici, infatti, oltre a suscitare o accentuare la consapevolezza dell’importanza del patrimonio culturale da parte della comunità locale, sono la premessa indispensabile per qualsiasi intervento di valorizzazione, altrimenti depotenziato ab origine”.