Morto il giornalista Pollichieni. Falcomatà: “con lui scompare un uomo senza mezze misure”
Si è spento ieri sera, all'età di 62 anni, Paolo Pollichieni, direttore del "Corriere della Calabria".
Pollichieni, malato da tempo, si è spento all'ospedale di Padova dove si trovava ricoverato a seguito di un delicato intervento.
Il Consiglio Comunale di Reggio Calabria, nel corso dell’assemblea odierna si è soffermato con un minuto di silenzio per onorare la memoria del giornalista calabrese prematuramente scomparso.
“E’ una grave perdita per il giornalismo e per l'intera comunità calabrese. La sua morte lascia un vuoto enorme nel panorama dell'informazione, ancor più in una terra come la nostra, storicamente madre fertile di straordinari punti di riferimento intellettuali, capaci di riflettere e far riflettere, offrendo ai lettori le più lucide chiavi di lettura per l'interpretazione dei fatti e dei processi storici che la Calabria ha attraversato negli ultimi decenni”.
E' quanto scrive in una nota il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà commentando la prematura scomparsa del Dottor Paolo Pollichieni, morto ieri all'Ospedale di Padova dove era ricoverato per un delicato intervento. “Pollichieni era cresciuto giornalisticamente in quella storica fucina di talenti che è stata la redazione reggina della Gazzetta del Sud - ha scritto ancora il Sindaco - la sua penna era fluida ed efficace e trasmetteva con chiarezza al lettore l’essenza della notizia, senza vaghezze o omissioni. Se aveva una notizia (e lui ne aveva tante) la scriveva senza indugio, non esitando a svilupparla sulla base delle sue consapevoli intuizioni”.
“In diverse occasioni il Direttore aveva affermato che il giornalismo non è una professione per vili. Concordo. Pollichieni – ha aggiunto Falcomatà - non amava le mezze misure e affilava sempre la sua penna che spesso e volentieri diventava un rasoio. Era spietato con un certo tipo di politica, contribuendo attraverso il racconto delle vicende che hanno interessato la nostra terra negli ultimi decenni a costituire una solida coscienza civica nei lettori. La sua più spiccata caratteristica è stata quella di non aver mai avuto riserve o timori reverenziali nei confronti di chicchessia. La sua ultima avventura editoriale, quel Corriere della Calabria che in questi anni è diventato un baluardo dell’informazione calabrese, ha confermato qualora ce ne fosse stato bisogno, il suo grande talento di “uomo squadra”, capace di dirigere con mano sicura una redazione capace, vivace ed eterogenea”.
Di lui Wanda Ferro dice "ho sempre letto nelle sue qualità il segno di una forza caratteriale, di una ricchezza interiore, di un disinteresse quasi sprezzante per gli interessi materiali, che rappresentano ciò che più di tutto è capace di alimentare la libertà di un uomo. Ed è per questo che per me è importante il ricordo del profilo umano di Paolo, che ho avuto il privilegio di sentire vicino soprattutto nei momenti per me più difficili, e dal quale ho tratto tanta della forza e della determinazione di cui ho avuto bisogno. Il mio saluto è quindi un messaggio di immensa gratitudine per l’uomo, prima ancora che per il giornalista. Come calabrese, però, piango anche la scomparsa di un giornalista vero, coraggioso, rigoroso, corretto, che ha avuto sempre come unica guida la verità e l’ostinatezza dei fatti".
"Rivolgo un sincero sentimento di cordoglio ai suoi familiari, e anche ai suoi collaboratori che, lavorando al suo fianco per gran parte del tempo, hanno rappresentato una seconda famiglia. Per questo mi stringo in un affettuoso abbraccio all’editore del Corriere della Calabria Paola Militano e a tutti gli splendidi giornalisti e collaboratori della sua redazione".