‘Ndrangheta: arrestato Giuseppe Cortese, era di “passaggio” in Francia
È finita in Francia, precisamente a Macon, la fuga del ricercato, ritenuto affiliato della ‘ndrangheta calabrese, Giuseppe Cortese, di 53 anni.
Le squadre dell’Ufficio centrale della polizia per la lotta al crimine organizzato (Oclco) di Parigi, su disposizione della Polizia italiana, sono riuscite a far scattare le manette ieri mattina all’uscita di un albergo di Macon dove Cortese - colpito da un mandato d’arresto europeo insieme ad altre 31 persone, considerate componenti di una rete specializzata nell’importazione di coca colombiana - si trovava in compagnia di un’altra persona e si stava dirigendo verso la sua Porsche 911.
Secondo le informazioni trapelate, il 53enne si trovava solo di passaggio in Francia poiché la sua meta sarebbe stata la Svizzera.
La sua cattura si è svolta nella massima segretezza per ingannare gli eventuali informatori della ‘Ndrangheta. Martedì, alle 3 del mattino, la polizia italiana aveva trasmesso l’ordine di arrestarlo all'Ufficio centrale di lotta contro il crimine organizzato (OCLCO) a Nanterre (Hauts-de-Seine).
Gli investigatori hanno così individuato la sua auto dalle parti di Mâcon e una squadra si è posizionata nei pressi del parcheggio di un hotel, nella zona industriale della città, dove appunto era parcheggiata la Porsche.
Gli agenti francesi hanno tenuto sotto controllo l’ingresso della struttura, dopodiché - giovedì mattina - riconosciutolo mentre lasciava l’albergo hanno fatto scattare il blitz ammanettandolo.
Cortese è stato trasferito questa mattina alla Procura generale di Digione (Côte d’Or) e verrà adesso incarcerato in Francia e consegnato alle autorità italiane entro i prossimi quaranta giorni.
DIRITTO DI RETTIFICA. LEGALE, CORTESE IN FRANCIA SENZA NASCONDERSI
15/06/2019 | 13:09 | La presente è redatta in nome e per conto del signor Giuseppe Cortese, definito in diversi articoli pubblicati sulle vs. pagine internet e cartacee del 14 giugno 2019 e del 15 giugno 2019 “ricercato” o “super-ricercato di 'ndrangheta” o “affiliato alla 'ndrangheta” o “esponente della 'ndrangheta”.
Tali notizie sono false e non trovano riscontro negli atti processuali: al signor Cortese non è contestata l'associazione a delinquere di stampo mafioso, né si ipotizza una sua affiliazione alla 'ndrangheta, al punto che - a pag. 616 dell'ordinanza di custodia cautelare, per lui viene persino esclusa l'aggravante di cui all'art. 7 L. 203/91, ossia l'aver agito per favorire associazioni mafiose.
Anche l'attribuzione dello status di “ricercato” o addirittura “super-ricercato” è infondata. Il signor Cortese era in Francia da due giorni, pubblicamente registrato in albergo, per giunta di rientro in Italia dopo aver completato delle pratiche presso la prefettura francese per l’immatricolazione di un furgone da lavoro. Il fatto che non si nascondesse e non fuggisse da niente e nessuno è dimostrato anche dal fatto che il suo arresto è stato contestuale a quelli eseguiti in Italia.
Avv. Edoardo Stefano