Fiamma: da Scopelliti forte tutela per il Sud
C'è oggi certamente poco da festeggiare per la raggiunta Unità d’Italia, ottenuta dai piemontesi con l’occupazione del Sud a tutto vantaggio del Nord, o della Padania che dir si voglia». A sostenerlo è è il segretario regionale della Fiamma Tricolore, Umberto Maggi, che, è scritto in una nota, «condivide e plaude alle dichiarazioni rese dal presidente regionale della Confapi, Mario Petramale, sulla situazione odierna e su quella preunitaria, del Sud in generale e della Calabria in particolare». «Una involuzione, quella subita dal Sud in questi 150 anni - aggiunge Maggi – che non registra analogie in nessuna altra realtà nel mondo, e che porta persino a rivendicazioni autonomiste da parte di circa il 50% della popolazione delle regioni che, dall’impoverimento economico, infrastrutturale, sociologico ed umano, apportato al Sud dalle razzie piemontesi allora e dall’emigrazione oggi, hanno tratto il loro benessere, che intendono oggi perpetuare. Senza ricordare i fasti passati, che fortunatamente alcuni scrittori e storici più attenti stanno oggi divulgando, e continuando a concordare con Petramale sulla necessità di una classe politica che dia segni di 'capacità di difendere, tutelare e lanciare il territoriò, riteniamo un buon segno quello lanciato nei giorni scorsi dal nostro presidente Scopelliti in sede di tavolo governo-regioni sulla sanità». «Il 'non vogliamo l’elemosina ma riscrivere le regolè, che ha raccolto il consenso e la condivisione da parte di altre nove regioni, poi riproposto nell’incontro col capo del Governo - conclude Maggi – ci induce a credere che qualche cosa stia cambiando anche in Calabria ed al Sud, ed un piccolo merito ce lo vogliamo assegnare anche noi di Fiamma Tricolore che, in tempi non sospetti e prima di tanti altri, abbiamo appoggiato la candidatura di Peppe Scopelliti, consci che le sue parole non erano solo le solite e trite promesse elettorali, che durano lo spazio di una trentina di giorni, ma erano l’ansia di riscatto della Calabria che si traducevano in fatti concreti»