Atti intimidatori, Iacucci: “Dall’Upi diverse azioni per sostenere amministratori”

Cosenza Attualità

Gli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, soprattutto in Calabria, sono molti di più. I sindaci, infatti, spesso si sentono soli e senza tutele hanno paura di denunciare nonostante siano esposti a minacce sempre più pericolose. Tra le strategie di prevenzione e contrasto del fenomeno l’Upi ha proposto una serie di azioni atte a rompere la solitudine degli amministratori sotto tiro”, sono le parole del presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci che ha preso parte, come membro dell’Upi, alla riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali.

Poi l’invito, a “tutelare gli amministratori vittime di episodi intimidatori e approfondirne le cause nelle diverse realtà locali. Spesso non c’è solo la ’ndrangheta dietro questi atti intimidatori ma anche il disagio sociale è causa di violenze. È importante non solo monitorare il fenomeno ma potenziare gli Osservatori regionali soprattutto in quei territori maggiormente interessati dal fenomeno”.

Alla riunione hanno partecipato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il sottosegretario all’Interno Achille Variati, i vertici del Viminale, i rappresentanti dei ministeri della Giustizia e dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, per fare il punto della situazione sull'andamento del fenomeno che, nell'ultimo trimestre del 2019, ha registrato una lieve flessione rispetto al primo e al secondo.

Sono 599 – ha spiegato Franco Iacucci - gli atti intimidatori registratisi in Italia nel 2018, in calo rispetto ai 660 del 2017. La Calabria si piazza al quarto posto, dopo Sardegna, Lombardia e Puglia. Ben 59 nel 2018, 13 invece nel primo trimestre del 2019. Sono in calo rispetto agli anni passati (90 nel 2013, 113 nel 2016, 79 nel 2017)”.