Ordine dei geologi al futuro governatore: dieci punti per mitigare i rischi naturali
L’Ordine professionale dei Geologi della Calabria ha elaborato una serie di proposte riguardanti “Indirizzi e azioni prioritarie per la valorizzazione delle georisorse e la mitigazione dei rischi naturali in Calabria” (articolate in dieci temi), auspicandone l’attuazione con la massima urgenza da parte della nuova amministrazione regionale.
Dette azioni dovrebbero trovare applicazione attraverso la semplificazione normativa per il governo e la manutenzione del territorio (anche con una riduzione dei Dipartimenti attualmente impegnati sulle stesse problematiche); l’adozione di un approccio tecnico-scientifico multidisciplinare, ispirato alle più recenti conoscenze nel settore; l’assegnazione di adeguate risorse economiche per idonei orizzonti temporali, attraverso opportuni meccanismi finanziari.
L’inclusione delle azioni sottoelencate nel programma del nuovo governo regionale produrrebbe non solo benefici in termini di sicurezza della popolazione calabrese, ma anche una formidabile occasione di rilancio economico e occupazionale per l’intero territorio.
Per prima cosa l’istituzione di un Servizio Geologico regionale consentirebbe di razionalizzare e meglio coordinare a scala regionale tutte le attività riguardanti l’utilizzo delle risorse e la mitigazione dai rischi naturali. A tal fine, sarebbe opportuna anche la realizzazione di un geo-portale per la condivisione di dati, periodicamente aggiornati, e di cartografia (topografica, geologica, idrogeologica, ecc.). La consultazione di tali informazioni dovrebbe essere possibile attraverso un apposito sito Web, e gratuita per i professionisti (oltre che per ragioni di ricerca).
La Pianificazione territoriale riguardo alla Legge Urbanistica Regionale tramite la quale occorre procedere a una sostanziale revisione organica della normativa vigente, con snellimento delle procedure e finanziamenti per consentire ai comuni di dotarsi di moderni strumenti di pianificazione, anche in considerazione di una dettagliata conoscenza delle condizioni di rischio presenti nel territorio di competenza.
Si ritiene, inoltre, essenziale sostenere economicamente le amministrazioni locali affinché possano dotarsi, nel rispetto della normativa vigente, di Piani di Emergenza comunale aggiornati, redatti secondo adeguate linee guida regionali, in un contesto territoriale - come quello calabrese – particolarmente esposto ai rischi naturali.
In merito al Piano stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI), ancora fermo alla versione adottata nel 2001, si auspica che la recente riorganizzazione delle Autorità di Bacino in Autorità di Distretto possa finalmente consentirne sia l’aggiornamento sia la omogeneizzazione rispetto ad analoghi strumenti, realizzati in altre realtà della Penisola. Il Piano, realizzato in tutta Italia soltanto dopo gli eventi luttuosi della fine degli anni ’90, rappresentò un momento di crescita nella pianificazione e nella considerazione del rischio geo-idrologico. I limiti della versione originale avrebbero dovuto essere superati in occasione dei necessari aggiornamenti periodici, anche sfruttando la presenza di Centri di Competenza specializzati nel settore. Si auspica per il futuro una maggiore attenzione da parte della Regione rispetto a una tematica così rilevante per la mitigazione del rischio, attraverso l’attuazione di efficaci azioni di coordinamento tra la stessa e l’Autorità di Distretto dell’Appennino Meridionale, al fine di dotare il territorio regionale calabrese di uno strumento pianificatorio sovraordinato, autorevole e aggiornato, adeguato alle peculiari caratteristiche geologiche della Calabria.
Sul rischio geo-idrologico urge il riordino della normativa regionale in materia di difesa del suolo, attraverso la predisposizione di una legge organica che riguardi i diversi aspetti del settore. L’attuale frammentazione delle norme non garantisce coerenza giuridica né logica, e determina incongruenze e conflitti di competenza. Occorre, inoltre, adottare procedure trasparenti per la definizione delle priorità degli interventi, selezionando progetti efficaci e di elevata qualità, e implementando efficaci azioni di mitigazione del rischio geo-idrologico (frane, alluvioni, erosione, ecc.).
Considerata la frequenza e varietà degli eventi di dissesto che interessano vaste aree del territorio calabrese, occorre adottare strategie di mitigazione del rischio equilibrate, basate su interventi sia strutturali sia non strutturali. Tra questi ultimi, si richiama l’importanza di istituire finalmente i Presidi Idrogeologici Permanenti (previsti dal DGR 301 del 11.09.2013, e mai attuati), costituiti da professionisti tecnici qualificati, per favorire una corretta politica di prevenzione basata su una conoscenza approfondita delle aree più esposte al rischio.
Per quanto riguarda il Rischio sismico con riferimento all’applicazione della Legge Sismica Regionale, si ritiene necessaria la semplificazione delle procedure di trasmissione telematica dei progetti e il potenziamento degli Uffici Tecnici Decentrati, attraverso l’incremento dei funzionari con potere di firma. Tra questi ultimi, è essenziale garantire anche la presenza in pianta organica di geologi (attualmente mancanti in alcuni uffici). Si ritiene, inoltre, necessario procedere al completamento degli studi di microzonazione sismica di primo livello, accelerando la realizzazione di quelli di terzo livello. In ottica di rigenerazione urbana, occorre predisporre un adeguato programma di riqualificazione del territorio e del costruito, con particolare attenzione agli aspetti geologici riguardanti la mitigazione del rischio sismico.
Georisorse e tutela delle acque. Su tale tematica si sollecita la revisione, con aggiornamento e approfondimento di dettaglio, del Piano di Tutela delle acque per la programmazione delle attività di studio e monitoraggio delle acque sotterranee, finalizzate all'individuazione delle aree di salvaguardia, alla costituzione del catasto delle opere di captazione ed alla corretta pianificazione e gestione della risorsa idrica sulla base di bilanci idrogeologici affidabili. Riguardo alle acque sotterranee, risulta essenziale provvedere alla redazione di un regolamento regionale per la ricerca e lo sfruttamento per piccole/grandi derivazioni e per le acque minerali.
Sarebbe opportuno prevedere una specifica legge regionale in materia di geotermia a bassa entalpia, largamente sfruttabile in Calabria, in modo da regolamentare lo sfruttamento di energia pulita e a basso costo. A tal proposito, alcuni esempi di utilizzo sono stati recentemente richiamati nell’ambito del Progetto Vigor (Valutazione del potenziale Geotermico delle Regioni della convergenza), realizzato su fondi Fesr nell’ambito di un’Intesa tra Cnr e Ministero per lo Sviluppo Economico. Peraltro, l’Ordine dei Geologi della Calabria ha recentemente sottoposto al riguardo una proposta di legge al Consiglio regionale.
Occorrerebbe inoltre la Redazione del “Piano regionale delle attività estrattive”. Riguardo al settore strategico delle risorse minerarie, manca ancora in Calabria un Piano regionale delle attività estrattive (Prae), per la loro programmazione e organizzazione. La pianificazione è incompleta, e la gestione delle attività estrattive è priva di controlli pubblici trasparenti, con gravi ripercussioni sull’ambiente e con serie difficoltà operative per le imprese che agiscono in mancanza di riferimenti certi. La LR 40/2009, modificata dalla LR 17/2017, detta i criteri generali per il settore ma risulta insufficiente, in mancanza di aggiornamenti e senza strumenti di pianificazione territoriale che comprendano anche un piano di recupero delle cave esistenti che promuova il riciclo dei rifiuti inerti.
Si ritiene necessario poi procedere all’istituzione e finanziamento di un Fondo per le progettazioni, per dotare di adeguate risorse gli Enti preposti alla progettazione di infrastrutture, di interventi di mitigazione del rischio geo-idrologico (frane, alluvioni, ed erosione costiera), all’adeguamento sismico di strutture pubbliche, ecc. Gli enti locali sarebbero, in tal modo, sostenuti nell’esecuzione di studi, indagini e monitoraggio per l’aggiornamento dei Master Plan che consentirebbero agli organismi decisionali regionali un più efficace utilizzo delle risorse. Si chiede, inoltre, lo snellimento delle procedure di pagamento dei compensi professionali relativi ai progetti finanziati dalla Regione. Queste dovrebbero essere vincolate esclusivamente all’iter di approvazione dei progetti, e non agli appalti dei lavori (con tutte le lungaggini che ne conseguono). Nel caso degli studi di microzonazione sismica, nelle nuove convenzioni sarebbe opportuno prevedere il pagamento dei professionisti direttamente da parte della Regione, fermo restando la quota di co-finanziamento a carico dei comuni.
Protezione civile
L’attuale sistema di allertamento regionale per il rischio meteo idrogeologico costituisce un atto dovuto, in base alla normativa nazionale, e rappresenta certamente un passo avanti rispetto alla situazione precedente. Tuttavia, per come implementato, esso necessita di miglioramenti urgenti, relativi ad aspetti sia scientifici che procedurali, al fine di garantire una maggiore efficacia nella tutela della pubblica e privata incolumità. Le recenti disgrazie che hanno colpito alcune parti del territorio calabrese evidenziano, da un lato, l’utilità di un approccio di mitigazione del rischio come quello che ispira i sistemi di allertamento adottati dalle regioni italiane; tuttavia, esse segnalano anche la necessità di miglioramenti, quantomeno nel modello adottato in Calabria, sulla base di adeguate conoscenze sulle caratteristiche del territorio e su quelle dei fenomeni meteorologici potenzialmente distruttivi e dei relativi effetti al suolo.
La prolungata esposizione al gas Radon (che risale in superficie dal terreno) accresce il rischio di tumore polmonare. La presenza di Radon nel territorio regionale andrebbe accertata e quantificata attraverso indagini scientifiche adeguate, con misurazioni in ambienti chiusi, nel suolo, e nelle acque, per giungere in tempi rapidi a una cartografazione ufficiale di riferimento. Si sollecita l’approvazione di una legge regionale per la mitigazione del rischio legato alla presenza di Radon, anche in considerazione di quanto previsto dalla normativa nazionale ed europea. Si suggerisce di ripartire dalla proposta di legge regionale "Prevenzione e salvaguardia dal rischio gas radon" (n. 347/9^), depositata presso la Segreteria dell’Assemblea del Consiglio regionale l’8 giugno 2012, cui non seguirono atti concreti anche per la successiva conclusione della legislatura, e di considerare gli esempi più recenti di legislazione regionale in materia.
Per le Bonifiche dei siti inquinati e delle discariche si evidenza l’urgente necessità di promuovere e velocizzare, anche supportando il Commissario Straordinario delle discariche abusive, le attività e gli interventi connessi alle bonifiche ambientali. Tale criticità va trattata non solo come mera criticità ambientale, ma anche come opportunità di rigenerazione e valorizzazione di ampie porzioni del territorio calabrese, seguendo i principi di tutela e di recupero del suolo e delle acque (superficiali e sotterranee), e riducendo nel contempo il consumo di suolo. Il raggiungimento di tale obiettivo si basa anche sul contributo dei professionisti tecnici (tra cui i geologi), in un settore che potrà vedere realizzati efficaci interventi di bonifica e di salvaguardia ambientale solo attraverso un approccio multidisciplinare delle competenze.