Lamezia. La riflessione di Don Pino Latelli sul Venerdì Santo
Don Pino Latelli, parroco in solido della Chiesa del Carmine di Lamezia Terme, nella ricorrenza del Venerdì Santo, esprime una sua riflessione sul silenzio da osservare proprio in questo giorno in cui ogni fedele, bisognoso di consolazione per l’emergenza del coronavirus, guardando la Croce, che metterà in un angolo di preghiera della casa, aprirà il cuore per accostarsi all’amore infinito di Dio, nostro Padre e di tutta l’umanità.
Don Pino inizia la riflessione con un ricordo risalente ad alcuni anni fa allorquando si trovava in preghiera sotto la Croce bianca del monte Krisevac a Medjugorje con il suo Gruppo di Lamezia Terme. “Ad un tratto una signora, con le lacrime agli occhi, disse riferendosi ad un gruppo di giovani che suonavano e cantavano: ‘padre, per favore, dica a queste persone che smettano di cantare’”. Il sacerdote, compreso il profondo significato della supplica, invitò i numerosi giovani ad interrompere il canto per non disturbare tutti coloro che, guardando la Croce, contemplavano l’amore senza limiti del Signore e vivevano momenti di forte intensità spirituale ascoltando con il cuore solo quei suoni che provenivano da Dio che parlava nel silenzio.
“Oggi Venerdì Santo - afferma il sacerdote - la Croce che metteremo in vista nell’angolo di preghiera della nostra casa dedicato solo all’incontro con Dio, è al centro di questo giorno di silenzio. Ogni famiglia si metterà dinanzi alla Croce e guarderà Gesù crocifisso: le parole immediatamente cederanno il posto alla contemplazione capace di spalancare il cuore di ciascuno a gustare la tenerezza e l’infinito amore di Dio Padre per ognuno di noi e per tutta l’umanità. A questo proposito scriveva un grande teologo Karl Rhaner che “per sapere chi è Dio devo inginocchiarmi ai piedi della croce”. Sarà di conforto e di luce nel guardare la croce invocare l’immensità del suo amore perché nelle prove di questi giorni possa essere la nostra forza e la nostra Speranza”.
“Siamo invitati a sostare in silenzio, in questo giorno santo, dinanzi alla Croce di Cristo a contemplare il suo amore “sino alla fine” e a riscoprire nell’amore del crocifisso il senso della esistenza, del soffrire e anche del morire: è dalla croce che impariamo ad amare come ha amato Gesù, soprattutto gli ultimi, gli anziani, le persone fragili, i deboli, i poveri, i malati. È, infatti, nel saper guardare la croce – avanza la riflessione del parroco - che il cristiano diventa adulto nella fede e pieno di umanità nella carità, nella solidarietà, nella condivisione e nell’accoglienza. Impariamo dal silenzio della Croce, - continua don Pino - in un tempo segnato dal troppo parlare a proposito o a sproposito, a tacere, a non pretendere di avere sempre l’ultima parola, a non giudicare, a non puntare il dito nei confronti di chi sbaglia, a saper perdonare.”
“I Vangeli mostrano che Gesù, più si inoltra nella passione, più non condanna, più perdona, più tace ed entra nel silenzio più profondo. Sul Golgota, ci dicono ancora i vangeli, da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, ora della morte di Gesù, regnano buio e silenzio: un silenzio che è espressione del mistero d’amore di Dio; un silenzio che ascolta il grido di dolore di una umanità immersa nella disperazione e nell’angoscia; un silenzio che permette di ascoltare i palpiti del cuore di Dio che soffre con noi – continua - e per noi in questo difficile tempo di coronavirus; un silenzio che richiama con forza ogni uomo, che sta portando con Cristo in questi giorni il peso della croce e della sofferenza, alla speranza della vita nuova e alla risurrezione.
Venerdì Santo, dunque, non è un giorno di lutto: è un giorno del silenzio di attesa perché Cristo non muore per sempre e la morte non ha l’ultima parola. Il legno della morte apre la strada alla Domenica di Pasqua durante la quale tra poche ore contempleremo l’annunzio gioioso che Cristo è risorto! Domani, sabato santo, saremo introdotti nella veglia pasquale attraverso la preghiera e la contemplazione davanti alla Sacra Sindone: il silenzio adorante del volto di Cristo, fulgida testimonianza dell’amore di Dio per l’umanità, ravviverà la speranza della vittoria sul male.”
“Il nostro vescovo di Lamezia Terme monsignor Giuseppe Schillaci ha - cominciato con queste parole la sua recente lettera quaresimale inviata ai sacerdoti e ai fedeli della diocesi: “ritornerà il tempo degli abbracci, della gioia, della fiducia. La Quaresima è per noi cristiani l’attraversamento del deserto ma non dobbiamo dimenticare la meta che è la Luce Pasquale, è Gesù il Risorto, il Vivente ed è lo stesso ieri, oggi e sempre”.
Sono parole colme di speranza che in questo tempo di pandemia hanno fatto intravedere la luce in fondo al tunnel e, come leitmotiv, hanno accompagnato i fedeli della diocesi di Lamezia per tutto il cammino della quaresima.
“Oggi – conclude don Pino - rileggiamo queste brevi e semplici ma profonde parole del Pastore di Lamezia Terme guardando la Croce: avvertiremo nel silenzio della nostra casa e nel silenzio del nostro cuore che l’Amore ha vinto sul male, che la speranza non delude, che Dio non ci lascia soli, che non deve essere una Pasqua triste perché Gesù è risorto e la luce ha vinto sulle tenebre e che siamo certi che ritornerà la bellezza del tempo della gioia”.