Lemma (Udc): “Servono i fondi europei per sostenere imprenditori e artigiani”
Il commissario Udc per l’Area Metropolitana di Reggio Calabria Paola Lemma chiede interventi immediati e chiari a tutti i livelli di governo per evitare che tante imprese siano costrette a non riaprire e tante famiglie si ritrovino sotto la soglia della povertà.
Perché “l’emergenza sanitaria legata al diffondersi del Coronavirus si è presto trasformata in una crisi economica senza precedenti. Il lungo lockdown ha messo a dura prova i cittadini e, adesso, mentre si studia la fase di ripartenza, sono in tanti a chiedersi che tipo di futuro ci sarà da attendersi”.
La ricetta per la commissaria dell’Udc è dunque quella di ricorrere “ai fondi europei. Non soltanto non dovrà essere consentito nessun trasferimento di risorse dal Sud al Nord, ma è necessario che ogni livello di governo locale si adoperi per sfruttare al meglio i finanziamenti. Potrebbe valutarsi anche la costituzione di una vera e propria task force regionale per assistere gli Enti locali, le imprese e fare da collante tra le esigenze del tessuto economico e le Istituzioni, per snellire drasticamente l’iter burocratica in maniera tale che non si perda un centesimo delle risorse allocate e si possa dare ossigeno ai progetti di investimento e rilancio imprescindibili se non si vuole che la Calabria chiuda per fallimento”.
Per la Lemma “le misure messe in campo fin qui dal governo nazionale non convincono e non sono chiare. Gli interventi di tipo assistenziale sono stati del tutto insufficienti e molti lavoratori non hanno ancora ricevuto la Cassa Integrazione, così come molti professionisti non hanno percepito il cosiddetto reddito di ultima istanza. Carenza di fondi per come già era stato evidenziato al momento dell’approvazione del decreto “Cura Italia”. Non sono poi stati previsti tavoli specifici di concertazione con le singole categorie produttive – dice ancora Paola Lemma – che hanno esigenze diversificate. Prevedere riaperture di ristoranti, pub, parrucchieri e negozi soltanto per data e senza considerare le difficoltà che gli imprenditori dovranno affrontare per adeguarsi ai parametri di sicurezza richiesti, vuol dire fornire della date di apertura che si rivelano solo formali, ma non sostanziali”.
“C’è poi da considerare – prosegue Paola Lemma – che soprattutto gli imprenditori con meno risorse, i piccoli artigiani, i negozianti sui quali si fonda il tessuto economico e sociale della Calabria e della Città Metropolitana potrebbero non essere in grado di sostenere i costi della riapertura. Né convince l’accesso al credito per come è stato organizzato. Intanto dal punto di vista burocratico il passaggio tramite le banche rischia di allungare a dismisura i tempi per ottenere il finanziamento e poi c’è il rischio concreto che accedere al credito possa servire soltanto ad indebitarsi ulteriormente. Non sono chiare le modalità con le quali lo Stato agirebbe in caso di insolvenza del soggetto che ha richiesto il finanziamento, essendo la garanzia fornita esclusivamente nell’interesse degli Istituti di Credito”.