Ponte Stretto, Vono (Iv): si deve fare, basta scuse e perditempo

Calabria Politica

La prima giornata di confronto a Reggio Calabria, sulla necessità del Ponte sullo stretto, presso il Nuovo Museo del Bergamotto, vede la partecipazione di Ania Lopez componente sia del Consiglio nazionale dell’ordine degli ingegneri che di quello mondiale che interviene dicendo che “gli investimenti pubblici negli ultimi 10 anni, sono diminuiti del 21%, Spregi di risorse, mancata pianificazione, troppa burocrazia fa sì che le opere pubbliche in Italia vanno a rilento oppure non si realizzano, serve una politica per le infrastrutture, dando priorità agli interventi con una pianificazione strategica per la modernizzazione del paese. Ci auguriamo che il ponte sullo stretto possa diventare una struttura all’ avanguardia per la Calabria con costi e tempi certi.”

Poi è intervenuta l’imprenditrice Sabrina Zuccalà, presidente di 4Ward360 eccellenza italiana che si occupa di nanotecnologia tutelando le superfici proteggendole da intemperie e da aggressioni chimiche, e che ha messo a disposizione la competenza dell’azienda acquisita trattando molte delle opere importanti del paese come, tra queste, varie piste di atterraggio degli aeroporti, Musei Vaticani, esercito di terracotta. La Zuccalà dice: è un’opera necessaria, i paesi avanzati si preoccupano di mantenere e aggiornare le infrastrutture esistenti, noi abbiamo il dovere di costruirne altee che fanno emancipare la nostra nazione”.

Enzo Siviero docente straordinario ed esperto internazionale di Ponti e rettore della eCampus University dice che “non c’è nessun motivo per bloccarlo se non di carattere politico. Non ci sono problemi sismici, i problemi di aeroelasticità relativamente al vento sono stati risolti con un impalcato innovativo che ci stanno copiando in tutto il mondo. Noi produciamo, studiamo, inventiamo le cose e le regaliamo. La politica purtroppo in certi momenti è sconcertante. Se il ponte non si farà si affosserà in sud. Se uno pensa alla torre Eiffel, non può che dire che è un oggetto inutile, ma oggi è il simbolo della città d Parigi con un indotto imponente. Così’ sarebbe accaduto per il ponte.

L’indotto di questa operazione sarebbe stato nullo. Quando fanno un’analisi costi benefici dovrebbero avere una dimensione temporale che va da qui a cinquant’anni e non da qui a domani mattina che dobbiamo andare alle elezioni.” Silvia Vono senatrice e vicepresidente della commissione Lavori Pubblici e comunicazioni a Palazzo Madama interviene dicendo che il “Ponte è’ un rilancio per il sud e per l’intero paese. Non è più possibile lasciare andare dei progetti immediatamente cantierabili con i soldi che arrivano dall’Europa e perdere tempo invece parlando di studi di fattibilità. Non ci sono necessità impellenti che possano non riguardare una continuità territoriale.

Il sud ne ha bisogno. Basta scuse, si faccia. Il Ponte ha un già progetto definito, ci sono delle criticità che possono essere superate e chiedo un impegno ai parlamentari e al Governo affinché le risorse del Recovery Fund non debbano essere sperperate in mille rivoli e in progetti che sono stati dichiarati incompatibili con il territorio stesso. Ancora la politica pensa all’analisi di costi/benefici, a dare al sud il reddito di cittadinanza. Al sud abbiamo bisogno di investire.” Contributi notevoli sono stati quelli di Marco Peroni esperto in infrastrutture di Alberto Prestininzi, docente di Rischi geologici e membro del CTS per il Ponte sullo Stretto 2001-2012, di Francesca Moraci ordinario di urbanistica all’università Mediterranea di Reggio Calabria e di Francesca Pellegrino ordinario di navigazione all’università di Messina.