Rapina in studio avvocato, 8 rinvii a giudizio. A processo anche ex cognato
Rinvio a giudizio per sette persone. È la richiesta avanzata dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Tutti dovranno quindi affrontare il processo con l’accusa di aver ordinato e fatto commettere una rapina nei confronti dell’avvocato Giovanni Gurnari, come ritorsione per la separazione dell’uomo dalla sorella di uno degli indagati.
A processo finiranno dunque Giovanni Morabito detto “Ivan”, Giuseppe Morabito, Salvatore Sinicropi, Oberto Alessandro Mirandoli e per Antonino Marino.
Secondo l’accusa, in qualità di mandante, quest’ultimo avrebbe commissionato la rapina nello studio dell’avvocato. Il reato sarebbe stato eseguito da Giovanni e Giuseppe Morabito, Sinicropi e Mirandoli, che con il volto coperto, sarebbero entrati nell’ufficio di Gurnari.
Qui avrebbero colpito il legale sia con il calcio della pistola, sia con calci alle gambe e, sotto minaccia dell’arma, si sarebbero fatti consegnare diversi monili in oro e 9 orologi (di cui sei Rolex, un Gerard Perregaux e due Cartier) contenuti all'interno di una cassaforte.
I carabinieri ritengono di aver fatto luce sull'episodio grazie alle dichiarazioni di Giuseppe Morabito, uno dei presunti rapinatori che, un tempo, era legato alla cosca di Santa Caterina e che, oggi, è diventato collaboratore di giustizia.
È stato lui a spiegare al pm Sara Amerio cosa sia successo nello studio di Gurnari e a indicare i due presunti ricettatori Vittorio Quattrone e Francesco Maurizio Romano.
Entrambi, infatti, avrebbero, il primo acquistato i Rolex di illecita provenienza e, il secondo, ricevuto i monili togliendo da alcuni di essi le pietre preziose, condotta prodromica alla fusione dell'oro.