Caso Ripepi, la maggioranza si auto sospende dalla sua commissione
"Le circostanze descritte da un documento del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e riportate dalla stampa in queste ore, circa un coinvolgimento diretto del consigliere Massimo Ripepi nella vicenda di una bambina abusata dallo zio, poi tratto in arresto per violenza sessuale, suscita orrore e sgomento". Lo affermano i consiglieri di maggioranza del Comune di Reggio Calabria, a seguito della vicenda che ha visto coinvolto in prima persona Ripepi.
Questo, secondo indiscrezioni di stampa trapelate dal tribunale reggino, avrebbe “addirittura dissuaso la madre della bambina dal denunciare il gravissimo abuso subito dalla figlia alla pubblica autorità”, convincendola a non raccontare nulla dell’accaduto e lasciandola comunque in affido alla famiglia dove avrebbe subito la violenza.
“Un comportamento gravissimo che Ripepi avrebbe condotto in virtù della forte influenza psicologica che poteva vantare nei confronti dell'intera famiglia interessata dalla vicenda, per via del suo ruolo di guida all'interno della comunità religiosa di appartenenza”, che avrebbe spinto la famiglia della bambina, di appena nove anni, a mettere una pietra sopra l’accaduto.
La maggioranza dunque definisce tale comportamento come “assolutamente incompatibile con il ruolo di consigliere comunale”, e ribadiscono come lo stesso sia stato coinvolto in più occasioni in procedimenti per altri reati gravi, come lo stalking.
Infine, i consiglieri di maggioranza chiedono “al suo partito Fratelli d'Italia una decisa e netta presa di posizione ed allo stesso Ripepi le dimissioni immediate per indegnità dal consiglio comunale. Fintanto che ciò non avverrà i consiglieri di maggioranza si autosospenderanno dai lavori della Commissione presieduta da Ripepi”.