Presentato il primo Rapporto nazionale sull’imprenditoria sanitaria e il Codice delle Asl
In diretta dalla Camera dei Deputati, la Camera di commercio di Cosenza ha presentato il primo Rapporto nazionale sull’imprenditoria sanitaria e il Codice delle Aziende Sanitarie.
“La sanità costituisce l’8,7% del PIL – sottolinea il Presidente Klaus Algieri – ma potrebbe apportare più dell’11%, sia in termini di PIL che di occupazione. Un sistema sanitario, quello italiano, che in termini di confronto con gli altri paesi Ocse, registra una situazione relativamente soddisfacente in termini di qualità dell’assistenza, pubblica e privata, con un elevato livello professionale dei servizi prestati. Tuttavia, l’Italia risulta, nell’ultimo decennio, in posizioni fortemente inferiori in termini di spesa sanitaria pubblica pro-capite rispetto alla media Ocse e della maggior parte dei principali paesi europei, un divario che sembra accelerare negli ultimi 4-5 anni di analisi. Un settore strategico, quindi, rispetto al quale la Camera di Commercio di Cosenza, ritiene di fondamentale importanza contribuire alla promozione della trasparenza e della legalità, con una riflessione organica che tenga conto, accanto agli aspetti normativi e di regolazione, anche dell’intera Filiera della Salute che, in termini economici e produttivi, rappresenta un sistema integrato nelle sue componenti pubbliche e private.”
L’apertura dei lavori è stata affidata alla giornalista Rai Giancarla Rondinelli ed è seguita l’introduzione scientifica di Antonio Viscomi. Dopo i saluti istituzionali del Presidente della Camera di commercio di Cosenza, Klaus Algieri, in rappresentanza del Commissario per l’emergenza Covid, è intervenuto il Consigliere medico, Generale di Brigata Roberto Rossetti il quale ha anche portato gli apprezzamenti del Commissario Figliuolo per l’iniziativa.
“Il successo della campagna vaccinale a cui stiamo assistendo – dichiara il Generale Rossetti – (42.5 milioni di vaccini inoculati, 14 milioni di persone che hanno completato il ciclo vaccinale, dal 3 dicembre ad oggi siamo passati da 956 a 26 decessi al giorno), è dovuto essenzialmente allo sforzo della struttura commissariale e delle regioni, in un primo momento, per aver organizzato più di 2.500 hub e successivamente per aver coinvolto, dopo numerosi incontri e trattative, sin dal mese di marzo, tutte le componenti della sanità non solo pubblica ma anche privata. Mi riferisco al contributo di Federfarma, Assofarm, Federfarma servizi, Adf, Federanisap, Aris, Aiop, Fnopi, Fimp, Fimmg, Snami, Smi e altri ancora. A questi dobbiamo aggiungere tutte le realtà produttive (più di 800) che hanno messo a disposizione le loro strutture e i propri sanitari per vaccinare dipendenti e famigliari.”
“In conclusione possiamo affermare – prosegue il Generale – che nell’anno di maggior crisi nazionale, dovuto agli effetti della “sindemia” da covid, il sistema della salute italiano, pubblico e privato, e le sue interazioni con altri settori, si sono dimostrati ancora una volta uno dei principali motori di sviluppo dell’economia del paese e della sua “messa in sicurezza.”
E’ seguita l’illustrazione del Codice delle Asl da parte del Procuratore Lorelli e, quindi, la presentazione del Rapporto nazionale sull’imprenditoria sanitaria a cura del Direttore del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito.
“La filiera sanitaria è un valore importante per il Paese: la componente pubblica e privata ha prodotto lo scorso anno 140 miliardi di euro. Il settore della sanità privata occupa 950 mila persone con quasi 124 mila imprese ed è cresciuto a tassi molto forti a partire dal 2011, sia in termini di imprese che di occupati. Anche nel 2020 in netta controtendenza ha registrato un incremento del 2,3% delle imprese contro un aumento dello 0,2% di quelle totali e uno sviluppo del 3,7% dell’occupazione contro un calo del 2,1% degli occupati totali. E’ quanto sottolinea Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne che aggiunge ”nel complesso la sanità di mercato genera un valore aggiunto che è una volta e mezzo di quello dell’agricoltura. Mentre l’intero settore sanitario pubblico e privato produce più della metà dell’industria manifatturiera”.