Al Festival delle spartenze riflessioni sulle migrazioni e nuove visioni contro spopolamento
Si è conclusa l’anteprima del Festival delle Spartenze che, per l’edizione 2021, si è concentrata sulle riflessioni sulle migrazioni e sulle nuove visioni contro lo spopolamento.
La prima tappa, che si è svolta tra le colline di Paludi e Cropalati e i centri storici di Corigliano-Rossano, ha registrato una grande presenza di pubblico e grossa partecipazione in diretta streaming. Senza dimenticare che tutte le attività di “Aspettando… (con Dante) il Festival delle Spartenze 2021” sono state seguite dai giovani partecipanti del Campus ASSuD, 11 giovani studenti del Polo liceale “San Nilo” di Corigliano-Rossano, che, sotto la supervisione di Marianna Bruschi e Guido Bosticco, sono stati i cronisti che hanno raccontato le giornate del Festival.
Interessante incontro-dibattito su spartenze, restanze e ritorni nelle aree del margine che, voluto dal Direttore del Festival, Giuseppe Sommario, è servito per ragionare su come le aree interne (soprattutto quelle del Sud) possano diventare polpa, sulla necessità di azionare quello “sguardo invertito” capace di portare la marginalità al centro, di attivare la localizzazione al posto della mondializzazione.
Combattere lo spopolamento con le frontiere aperte, ma non solo. L’europarlamentare Laura Ferrara ha parlato del bisogno di una progettualità che preveda competenza e formazione. Grande fiducia nei fondi del PNRR, ma sono richieste alte capacità amministrative per sfruttarli al meglio. Si è discusso anche di viabilità, aiuti per le donne come sostegni per gli asili, soluzioni immediate e tanto pragmatismo.
Il consigliere regionale Gianluca Gallo ha suggerito un potenziamento dell'agricoltura nelle aree interne, gli investimenti regionali prevedono, con risorse straordinarie, aiuti per gli imprenditori che investono in comuni con 2.000 abitanti, invertendo la rotta dopo anni di politica nazionale che ha favorito l'emigrazione da Sud a Nord e ha scoraggiato l’insediamento nelle regioni meridionali.
Con Giovanni De Vita, consigliere d’ambasciata alla Direzione generale degli italiani all’estero, si è affrontata l’altra questione tanto a cuore del Festival: il Turismo delle radici. Vicini alla formulazione di un identikit del turista ideale che viene in Italia alla scoperta delle aree rurali e della sua storia familiare, è necessario essere pronti a fornire i servizi essenziali richiesti, come quelli per la ricostruzione del proprio passato. De Vita accenna a un piano progettuale che creerà un raccordo tra gli operatori sul territorio e il coordinamento centrale. Questo favorirà lo sviluppo dei piccoli paesi e permetterà di tornare a viverci.
Ad arricchire la riflessione gli interventi della geografa Sandra Leonardi e dell’antropologo Vito Teti: la prima, da un lato, ha dato un quadro drammatico della fruizione culturale nelle aree interne, assumendo come indice le biblioteche attive, dall’altro, si è detta convinta che l’Italia dell’osso può salvarsi con interventi che partono dal basso e con forme di turismo come quello di prossimità. Teti invece ha parlato di una nostalgia come sentimento del presente, capace di generare nuovi modi di stare insieme, di prendersi cura dei luoghi ridandoli nuovi significati. Certo non tutti i paesi possono salvarsi, ma solo a patto che si prenda consapevolezza dei problemi e ci si assuma la responsabilità di restare, tornare, prendersene cura.
L'incontro si è chiuso con la testimonianza di una pratica virtuosa di ritorno e rigenerazione (quella di “Nido di seta” a San Floro, e con l'annuncio di una scuola di politica dedicata alla cura del territorio lanciata dal filoso del diritto Tommaso Greco. La scuola curata da Greco e dall’Associazione AsSud, sarà residenziale e sarà inaugurata nella prossima edizione del Festival.
La sera di sabato 30, a Cropalati, il teatro comunale gremito ha seguito, emozionandosi e divertendosi, la Divina Commedia declamata in vari dialetti italiani. La presenza scenica di Antonio Damasco e la possente voce di Cecilia Lasagno, che si accompagna con l’arpa, hanno letteralmente conquistato il pubblico con il loro spettacolo Dante Popolare. Il controcanto sui versi memorabili di Paolo e Francesca, il coinvolgimento del pubblico chiamato a “schierarsi” fra i peccatori e altri momenti hanno regalato uno spettacolo emozionante, allo stesso tempo, esempio di come dovrebbe essere spiegato il Sommo poeta a scuola. Invece, al mattino, la Lectio magistralis “Il cinema come strumento di didattica linguistica” del prof. Fabio Rossi, professore ordinario di Linguistica italiana presso l’Università di Messina, nell’Aula Magna del Liceo Classico “G. Colosimo” è stato un momento di formazione per i liceali che hanno scoperto un nuovo modo di guardare i film, affrontando l’ascolto delle battute con l’orecchio di un linguista.
La domenica, dopo la visita mattutina a Castiglione di Paludi, è stato il giorno dell’evento tanto atteso, la Notte dei Ricercatori Italiani nel Mondo. Al Centro Polifunzionale di Paludi, si è tenuto il convegno “Il Dante delle Spartenze, le spartenze di Dante”. I relatori sono stati invitati a riflettere sui passi delle opere dantesche in cui emerge la nostalgia per Firenze, e il suo conseguente desiderio di ritornare a casa, il dolore per l’esilio, la mancanza del contatto con il corpo dei cari e l’essere in relazione a distanza: desideri, nostalgie e dolori che occupano molta parte della vita degli italiani e degli italodiscendenti che vivono all’estero.
Il momento tanto atteso è stato l’intervento del linguista e filologo Luca Serianni, che a più riprese ha incantato il pubblico con profonde suggestioni, ma con la semplicità dei più grandi studiosi. Partendo dal racconto dell’esilio di Dante, le riflessioni di Serianni hanno spaziato su vari punti, dall'importanza del dialetto e la necessaria consapevolezza dei parlanti, senza tralasciare uno sguardo al mondo educativo attuale, rivolgendo un monito agli insegnanti a essere formatori entusiasti e ammalianti.
Altrettanto coinvolgente la lectio di Fabio Rossi sul De vulgari eloquentia di Dante e le relazioni sul concetto del luogo di nascita e la separazione di chi va via di Vincenzo Piro (Università Parigi 1 Panthéon Sorbona – Francia); della concezione dell'uomo in Dante di Giovanna Caruso (Università di Greifswald – Germania) e del rapporto tra Dante e Domenico Mauro di Giovanni Braico (Università di New York – USA).
La Notte si è conclusa con i saluti del Direttore artistico che ha invitato il pubblico a continuare a seguire le attività del Festival nella sua sesta edizione, che vedrà nuove tappe fra novembre e febbraio 2022 in Calabria e in altre regioni italiane.