Clinica Santa Lucia, i dipendenti scrivono al presidente Occhiuto

Cosenza Salute

Chiedono un intervento i lavoratori della clinica Santa Lucia, casa di cura oculistica di Cosenza. E lo fanno in merito alla mancanza pronuncia da parte della Regione circa l’accreditamento in una lettera indirizzata al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nonché commissario alla sanità.

I dipendenti chiedono a Occhiuto di “intervenire presso gli uffici competenti, presso i dirigenti da Lei nominati per definire subito la procedura e consentirci di lavorare”.

Nella lettera i lavoratori fanno un excursus, scrivendo di lavorare per la struttura da anni “da febbraio 2020 aspettiamo che la Regione Calabria si determini – come è suo dovere –sul rinnovo dell’accreditamento che compete alla Santa Lucia, o, nelle more, sulla proroga di quello di cui è titolare sin dal 1995. La Santa Lucia ha superato tutte le verifiche e i controlli e le ispezioni in ordine al possesso e alla permanenza dei requisiti; ha ottenuto il verbale positivo del cosiddetto “organismo tecnicamente accreditante” che è stato recepito in delibera dell’Asp di Cosenza in data 13.1.20 con il n. 82 e trasmessa ai competenti uffici regionali il 15 gennaio 2020”.

“La Regione Calabria, rispettando la prescrizione emanata dalla medesima Regione, avrebbe dovuto completare l’iter e definirlo con un provvedimento di accreditamento entro il 31 marzo 2020. Ciò non è avvenuto ma quello che è incredibile, ingiusto ed inaccettabile è che, a causa di questa omissione regionale da quel momento l’attività della Casa di cura è stata sospesa per la mancanza dell’accreditamento”.

“Abbiamo pensato che fosse un problema burocratico di pochi giorni ma così non è stato. Abbiamo rivolto appelli diretti ai dirigenti che si sono succeduti: Biamonte, Palumbo, Longo, Bevere, Cotticelli e altri. Tutti, proprio tutti, ci hanno sempre detto che la Santa Lucia non aveva alcun problema e che la questione doveva ritenersi risolta”.

Nessuno ha mai sollevato alcun problema o segnalato alcuna criticità sotto nessun profilo. Eppure, a distanza di due anni siamo ancora qui a chiedere come mai non abbiamo ancora il provvedimento di accreditamento. Una situazione precaria incredibile che dura da due anni e ci ha messo in stato di ansietà per il nostro futuro, oltre a costringere migliaia di pazienti calabresi, che costantemente si rivolgevano alla Santa Lucia, ad andare a curarsi fuori regione”.

“La società per due anni si è fatta carico del problema assicurando il rispetto dei nostri diritti pur senza poter svolgere alcuna attività. Ora siamo al capolinea. E’ questione di ore. Se chiude la Santa Lucia noi perdiamo il lavoro e le nostre famiglie la fonte della loro dignitosa sopravvivenza”.