Personale sanitario, Sposato (Opi): “Si naviga a vista, attese proroghe su premio covid”
"Siamo più che contenti per il rinnovo dei precari ma, al tempo stesso, siamo più che preoccupati per una mancanza di visione della Regione che mette in crisi tutto il sistema. Perché rinnovare i contratti a 3 mesi, quando le aziende hanno predisposto il piano ferie estivo dal 1 giugno al 30 settembre? Se il rinnovo dovrebbe scadere il 30 giugno che programmazione si può fare senza conoscere quale sarà il personale in servizio?". È quanto si chiede in una nota il presidente dell'Opi di Cosenza, Fausto Sposato.
"Due sono le cose: si poteva prevedere un arco temporale di sei mesi ed oltre oppure chi governa questi processi improvvisa. Riteniamo che la Regione, su questo aspetto, navighi a vista senza, ad oggi, alcuna programmazione, anche per l'assenza di dirigenti delle professioni sanitarie in regione".
"Lle risorse del Pnrr prevedono ad esempio la digitalizzazione, l’umanizzazione delle cure, l’informatizzazione. Bene, ma l’età media degli operatori sanitari è di 54 anni; molti sono prossimi alla pensione e molti non sono in grado di ottemperare a tali importanti novità. Insistiamo allora sulle stabilizzazioni necessarie e non più rinviabili" prosegue Sposato. "Si attende ancora il completamento delle stabilizzazioni previste dalla Legge Madia, mentre tanti altri aspettano le stabilizzazioni promesse con il decreto Covid. È un loro diritto, si proceda spediti".
"La Regione si faccia garante del premio covid non percepito, non è più possibile navigare a vista con le professioni sanitarie continuamente mortificate. Tra l’altro alle note criticità si uniranno altre criticità con l’arrivo degli sfollati dalla guerra: bambini, dializzati, malati oncologici avranno necessità di risposte ma se il sistema non è governato come si può fare?" si legge ancora nel comunicato. "L’anomalia persistente è che manca, ancora, l’osservatorio delle professioni sanitarie. Vorremmo dire ai nostri amministratori che si parla di case della salute e di ospedali di prossimità ma se non ci sono i numeri e manca il personale come si può investire in tutto ciò? Sussistono le graduatorie? Assumiamo allora perché siamo esausti, tutti gli operatori sono esausti".
"Si ragioni tutti insieme, non si può ad esempio lasciare soli i commissari delle Asp addossando loro fin troppe responsabilità e con la scure del non rinnovo sulla testa, non va bene. Occorrono politiche mirate, obiettivi a breve, medio e lungo termine con personale di qualità. Con professionisti giusti al posto giusto per tutelare la salute dei cittadini calabresi” conclude Sposato, che lancia un appello su una "seria ricognizione dello stato attuale del sistema sanitario e del personale. Il cosiddetto management di mezzo? In Calabria non esiste. Decidono in tre, quattro. Restiamo dunque in attesa ma se il buongiorno si vede dal mattino...".