In libreria “Catanzaro città perduta”, ultimo lavoro di Marcello Furriolo: omaggio al capoluogo
Si intitola “Catanzaro città perduta” l’ultimo lavoro dell’avvocato Marcello Furriolo, già sindaco di Catanzaro dal 1982 al 1992. Un libro sentito e ricco di spunti di riflessione che arriva in libreria – edito da “Città del sole” – in un momento molto particolare per il Capoluogo di regione, prossimo al rinnovo del Consiglio comunale e all’elezione del nuovo sindaco, dopo quasi venti anni di governo cittadino segnato dall’amministrazione Abramo.
Il libro raccoglie numerosi articoli scritti da Furriolo negli anni (fino al 2018) sapientemente selezionati e raccolti, funzionali al disegno di decifrare l’essenza di una città, la sua struttura sociale e i suoi mutamenti, nel tentativo di farne emergere anche il suo fascino misterioso. Nel bene e nel male.
Come tutte le città che faticano a inseguire la sfida della modernità e vivono il lento e progressivo incedere della decadenza e della perdita di ruolo e di credibilità verso i suoi cittadini, c’è una Catanzaro della memoria.
Spesso cancellata dal vento di tramontana che si incanala per i vicoli e le viuzze del vecchio centro storico e c’è la Catanzaro del grigio procedere quotidiano, segnato dal panteismo onnivoro della politica, dalla pervasività barocca della burocrazia, dal languido sfiorire della sua borghesia orfana di circoli e salotti.
Dalla esile consistenza della sua classe dirigente e dalla cupida crescita smisurata e avida di un’imprenditoria di seconda generazione. Dallo sguardo smarrito di manovali e artigiani gelosi depositari di antica maestria e arguzia intrisa di vissuta saggezza.
“C’è voluto il coraggio di Marcello Furriolo, nelle oltre 300 di testo, per raccogliere tutto lo sdegno, ma anche tutto l’amore per uno spreco che è davanti agli occhi di tutti da tempo. E Furriolo, che di questa città è stato sindaco, sa bene di cosa si sta parlando” scrive il giornalista Filippo Veltri nella prefazione del libro”.
“Un piccolo mondo antico – aggiunge - dietro il quale si nascondeva e continua a nascondersi un connubio a volte malato tra professioni, affari, politica, impresa e anche criminalità. Fare finta che non ci sia questo significa rimandare tutto alle inchieste della magistratura e mettere la testa sotto la sabbia per fare finta di non vedere. Catanzaro non è più, ammesso che lo sia mai stata nel passato, la sonnecchiosa città di provincia, lenta, languida, indolente e paciosa. Sotto questa coltre e queste ragnatele si nasconde altro e politica e società hanno il dovere di guardare in faccia la realtà e di reagire, ovviamente se possono e se vogliono”.
Protagonista del libro, quindi, è Catanzaro nelle sue contraddizioni, nei suoi “appuntamenti mancati con il progresso”: forte della sua esperienza di politico ed amministratore, Furriolo racconta delle promesse disattese, delle utopie e dei compromessi al ribasso, della “placida assuefazione al peggio” che diventa anche un riflesso della Calabria del terzo millennio.
Con grande passione, dall’oblio dell’impegno politico diretto, da spettatore quasi mai imparziale, in questi anni ha provato a raccontare tutto questo, e molto altro ancora, e oggi – con un tempismo straordinario – lo consegna a quanti aspirano a guidare Catanzaro, risollevandone le sorti per restituire la città agli antichi splendori culturali e sociali.