Strongoli, dopo il restauro il Santuario della Madonna di Vergadoro torna a risplendere
“È un grande giorno, un giorno importante e felice per la nostra comunità, ci siamo riusciti finalmente inauguriamo, dopo anni di chiusura, il nostro amato santuario” sono state le parole pronunciate dal parroco don Massimo Sorrentino in occasione dei festeggiamenti della Madonna di Vergadoro a Strongoli, nel crotonese.
Sono stati necessari ben due anni per riportare il Santuario al suo splendore. Di una delle Chiese a cui gli strongolesi sono più legati. La costruzione risale al 600 ed in questo luogo si festeggia una delle più importanti feste della tradizione religiosa cittadina. Dai tanti definita la grande festa.
Da tanto tempo necessitava di importanti lavori di restauro, sia esterni che interni che hanno richiesto numerosi sacrifici. I fedeli hanno anche accolto con ottimismo rispondendo all’appello dello scorso aprile 2021 dello stesso parroco per concorrere con generosità e contribuire a salvaguardare un bene storico della comunità religiosa.
Don Massimo Sorrentino, rettore del Santuario, ha tenuto a precisare: “non potete immaginare quanto abbiamo sofferto per restaurarlo, per essere qui a celebrare questo storico momento; non avete idea dei tanti problemi nei quali ci siamo imbattuti per ottenere questo risultato. E’ più facile riassumervi Beautiful che dura da ben 30 anni, che non raccontarvi tutte le complicazioni, le difficoltà e gli impedimenti che abbiamo vissuto, però, finalmente, con l’aiuto di Dio, ce l’abbiamo fatta, il Santuario è pronto ad accogliere chiunque voglia visitarlo”.
In occasione dell’inaugurazione è stato presente Arcivescovo Mons. Angelo Raffaele Panzetta che sin dal suo insediamento a Crotone ha voluto fortemente che si terminasse questo restauro, ha spronato tutti.
Don Massimo Sorrentino ha voluto ringraziare “il maestro orafo Saverio Romeo e i fratelli Romeo per aver realizzato gratuitamente e progettato le nuove verghe della statua della Madonna, una nuova verga in bronzo che è già da giorni nella mano della Vergine e che d’ora in poi porterà per sempre (prima aveva solo un tubo di rame pitturato in oro) e l’altra in oro che la Madonna porterà solo nei giorni della festa”.
“Questa nuova verga in oro puro – ha affermato - è tempestata di rubini e zaffiri naturali (veri) donati dai fratelli Romeo, è stata realizzata con le donazioni dei fedeli, con quell’oro che avevo ereditato dai miei predecessori e dell’altro donatomi da qualcuno di voi l’anno scorso. Ci tengo a dire anche che nella nuova verga è fusa anche la collanina del piccolo Dodò donatami dai suoi genitori, ucciso purtroppo, come ricorderete, nei campetti di calcio a Margherita in una sparatoria.”
I genitori del piccolo Dodò sono stati presenti all’evento. Da aggiungere che il maestro Saverio Romeo, non soddisfatto dell’immenso regalo e del grande lavoro svolto, ha realizzato anche le corone ordinarie in bronzo che resteranno sul capo della statua della Madonna e del Bambinello in maniera permanente. Corone e Verghe hanno ricevuto poi la benedizione del Vescovo Angelo Raffaele Panzetta.
Don Massimo Sorrentino a conclusione del suo intervento ha aggiunto: “propongo al popolo di Strongoli d’ora in poi di portare, in processione, ogni 5 anni il quadro autentico per ricordare che il culto di Vergadoro nasce dal quadro e, se me lo consentite, vorrei già fissare questa data al 2025, non per ultimo ma come sigillo della mia vita e di questa gioiosa giornata ringrazio Dio e, per intercessione di Maria, vi benedico tutti”.
Don Massimo ha ringraziato “la Curia che ha supportato la parrocchia nell’intricato groviglio del restauro, il direttore don Gino Gulizia, l’ing. Francesco Lorenzo e l’ing. Luigi Curto. E poi i tecnici che hanno progettato il restauro: l’architetto Daniela Filippelli, il professor Lorenzo Berna, l’ingegnere Massimiliano Rapo, l’architetto Franco Fiorita e l’ingegnere Giulio Rogliano”.
LA STORIA DI VERGADORO
Il santuario, di probabile origine seicentesca, deriva il suo nome da “Santa Maria Virgae Aureae”, abbreviato appunto volgarmente in Vergadoro. Nel 2000 fu meta del Giubileo. Una leggenda vuole infatti che un gruppo di pescatori, scampati ad una terribile tempesta in mare trovarono nelle reti una tela raffigurante una signora con in braccio un bambino ed in mano una verga d’oro.
Questo dipinto fu per i marinai un segno del cielo, così grazie alla forza della loro preghiera, riuscirono a salvarsi, e, tornati a casa, eressero la suddetta costruzione con la tela miracolosa posizionata al suo interno, in seguito, precisamente negli anni ottanta, trafugata.
Da quel giorno, ogni anno, nel mese di maggio, nella domenica coincidente con l’Ascensione del Signore, si festeggia la “Madonna di Vegadoro”, protettrice dei marinai, dei campi e dei contadini. Il culto della Madonna di Vergadoro, conosciuta anche come “Madonna i Brigatori”, protettrice dei marinai, dei campi e dei contadini, è tuttora molto praticato, anche da numerosi pellegrini che fanno tappa in questo santuario, circondato dall’intenso blu del mare e dalla verdeggiante vegetazione, che domina, dall’alto di una collinetta, la Marina di Strongoli.
La festa prende il via 10 giorni prima dell’Ascensione con una veglia di preghiera notturna, la cosiddetta “nottata”, il giorno dopo la statua della Vergine viene portata in paese dove per giorni si celebra la novena della Madonna fino alla domenica, quando tutti insieme, a piedi, con un suggestivo pellegrinaggio di ben 8 chilometri, riaccompagnano la statua al santuario.