Unseen, inaugurata al Marca la mostra di Roberto Fanari
“Un artista elegante e versatile, capace attraverso l’incessante ricerca nel segno, nelle tecniche, nei temi di spaziare in vari ambiti e di produrre con maestria molteplici forme d’arte”. Sono le parole usate dal direttore artistico del Museo Marca di Catanzaro, Rocco Guglielmo, nel presentare con grande soddisfazione la personale dell’artista Roberto Fanari, a cura di Alessandro Romanini.
La mostra – promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con la Provincia di Catanzaro inaugurata sabato pomeriggio - rientra nel progetto GLOCAL della Fondazione Rocco Guglielmo giunto alla V edizione e precisamente nella sezione dedicata alle “Grandi mostre”, rimarrà aperta fino al 27 novembre ed è accompagnata da un compendioso catalogo, che riproduce tutte le opere esposte e testi curatoriali.
Il percorso dell’esposizione composta da circa 50 lavori di varie dimensioni realizzati su supporti diversi e con varie tecniche, è stato interamente concepito espressamente per gli spazi espositivi del museo catanzarese.
“Unseen” è esplorazione nel mondo di Fanari, artista eclettico che si esprime con la pittura, il disegno, la scultura (bronzo e ceramica) e la fotografia. Proprio le fotografie, scattate ai paesaggi nel corso dei suoi viaggi, hanno dato inizio al progetto creativo
“La mostra al Marca – ha affermato Fanari - è stata l'opportunità di realizzare pienamente il mio lavoro e, fino ad ora, posso considerarlo il più compiuto. Le opere nascono da una ricerca di differenti momenti artistici la strada dei paesaggi è uno dei criteri fondamentali dell'arte occidentale e chiedo uno sforzo allo spettatore, di soffermarsi ad osservare per entrare nel paesaggio e riuscire a percepirlo”.
Seguendo i canoni dell'arte, da Tiziano ai giorni nostri, Fanari sceglie il rosso, il bianco ed il nero per rappresentare i suoi paesaggi invisibili, alcuni di grandissime dimensioni, assieme a opere realizzate su carta, veri e propri diorami, micro-congegni percettivi e due sculture in alluminio “a lettura orizzontale”, adagiate su delle basi al pavimento, anch’esse elementi che richiedono una visione fuori dai consueti schemi visuali.
Lungo il percorso ci si trova davanti ad un complesso di dipinti – alcuni di grandissime dimensioni – monocromi a tema paesaggistico, che nel loro complesso vanno a costituire un percorso ed un dispositivo dentro il quale lo spettatore è chiamato ad abbandonare la consueta visione passiva a cui è abituato dalla sfera mediatica, per effettuare un viaggio percettivo soggettivo, in cui ognuno recupera, attraverso uno sforzo, il piacere della visione conquistata e non gratuita e superficiale.
“Si è trattato di uno sforzo notevole – ha spiegato Guglielmo - che ha richiesto oltre un anno e mezzo di preparazione, iniziato con la prima visita degli spazi museali a cui sono seguiti numerosi sopralluoghi e confronti con il curatore Alessandro Romanini”.
“Una mostra per allenare sguardo e mente” , sottotitola Romanini che spiega: “L’opera di Fanari si caratterizza attraverso la soggettività pittorica, l’oggettività della fotografia e si connota per una temporalità che richiama l’atto performativo e il cinema”.
Presente all'inaugurazione anche Giorgio De Finis, ideatore e curatore del MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz e membro del comitato scientifico del MARCA: “Questo voler velare, invece di svelare, mi ha riportato alla questione fondamentale, che qui vedo semplificata, su cosa c'è alla base della nascita e il confronto con l'opera è stimolante, perché ognuno ci vede delle cose”.
Fanari è reduce da un ciclo di mostre in Italia e all’estero, che lo hanno visto protagonista in spazi pubblici e privati, la Fabbrica del Vapore e il Museo Francesco Messina a Milano, la Galleria Folini Arte di Lugano, il Museo di Arte Moderna di Genova, la partecipazione all’elegante rassegna d’arte contemporanea “Realism” ad Amsterdam, Palazzo Panichi a Pietrasanta, la Galleria Deleen Art di Rotterdam e sempre nella città olandese dove ha allestito una grande installazione pubblica all’interno del famoso Trompenburg Tuinen & Arboretum.