Cutro, Legambiente: “Speriamo che processo accerti responsabilità di un evento gravissimo"
Il 26 febbraio 2024 si commemora il grande dolore per la strage di migranti avvenuta lo scorso anno a Cutro nella quale morirono 94 persone, tra le quali moltissimi minori. Legambiente ha partecipato a tutti i suoi livelli associativi alla grande manifestazione che si è tenuta l’11 marzo 2023 sui luoghi della tragedia, chiedendo di fermare la strage. In questi giorni si stanno susseguendo una serie di iniziative con la presenza costante dei circoli Legambiente Crotone e Legambiente Le Castella, unitamente alle associazioni della rete febbraio 2023, nata nei giorni dopo il naufragio.
“Speriamo che il processo in corso giunga ad accertare le responsabilità di un evento gravissimo e dai contorni poco chiari” affermano Stefano Ciafani, presidente nazionale ed Anna Parretta, presidente regionale Legambiente. “Ciò che è certo – affermano Ciafani e Parretta - è che, a distanza di un anno, nulla è cambiato in meglio nelle politiche migratorie del nostro Paese, anzi è evidente un progressivo peggioramento. In questo tristissimo anniversario, Legambiente nel ribadire la propria profonda indignazione e nell’ abbracciare idealmente le famiglie delle vittime ed i superstiti, ricorda che le questioni ambientali, connesse alla crisi climatica, sono strettamente collegate ai fenomeni migratori”.
Secondo l’IPCC oltre il 40% della popolazione mondiale vive in contesti di “estrema vulnerabilità ai cambiamenti climatici”. L’aumento della temperatura del Pianeta sta alterando gravemente gli ecosistemi distruggendo i mezzi di sussistenza e compromettendo la possibilità di sopravvivenza soprattutto in alcuni continenti come l’Africa occidentale, centrale ed orientale o l’Asia meridionale. Si calcola che entro il 2050 oltre 200 milioni di persone potrebbero essere costrette ad abbandonare la loro terra. I fattori climatici e le lotte per l’accaparramento di materie prime e delle risorse energetiche incidono anche in maniera molto rilevante sulla verificazione di guerre e conflitti costringendo alla fuga milioni di persone.
“Occorre agire affinché, per il futuro, le manifestazioni di cordoglio di chi ha il potere di indirizzare le politiche nazionali non rimangano mere espressioni di stile” proseguono gli ambientalisti. “L’Italia, come ogni altro Paese industrializzato, ha un ruolo rilevante nelle cause delle migrazioni. I territori e le popolazioni più fragili stanno pagando un prezzo enorme ed ingiusto in termini di sofferenza. Solidarietà ed umanità sono valori imprescindibili ma, per fermare in concreto i traffici di esseri umani e le stragi, devono essere adottate politiche concrete per evitare lo sfruttamento spesso selvaggio delle risorse naturali e delle fonti energetiche. Ad esempio, rendere i Paesi più indipendenti energicamente permette anche di ridurre le tensioni internazionali che sono causa di migrazioni. Realizzare in tutta Italia, anche sul territorio calabrese impianti alimentati a fonti rinnovabili è un tassello importante per la fuoriuscita del Paese dalla dittatura delle fonti fossili, un tassello che deve essere sommato a molti altri – e che non riguarda solo i calabresi-, incidendo nella complessità del mondo in cui viviamo”.