L’associazione Acanto di Castrovillari celebra la Giornata mondiale della Biodiversità
Il 22 Maggio viene celebrata la Giornata Mondiale della Biodiversità e noi abbiamo deciso di celebrarla con un breve comunicato che parla di bellezza, di una ricchezza “nascosta”, di un’opportunità.
In molte aree “marginali”, situate spesso a ridosso dei centri urbani, quasi sempre poco conosciute e poco studiate, possono nascondersi piacevoli sorprese. E' quanto scrive in una nota Acanto, organizzazione di Volontariato di Castrovillari.
"La biodiversità - continua la nota - e cioè la varietà degli organismi viventi entro un determinato ambiente, non è solo quella che l’immaginario collettivo colloca nella foresta tropicale o nella savana, ma è anche quella che si ritrova negli angoli sperduti di una vallata, in un prato, su una parete rocciosa, lungo un corso d’acqua.
Per questo il volo di un’allodola che non si vedeva da tempo, lo sbocciare di una nuova orchidea, la bellezza di una farfalla mai osservata, ripropongono un paesaggio vivo e variegato. Un paesaggio inedito, in cui la natura si sta riprendendo qualcosa che le è stato tolto o forse che non ha mai perduto ed è rimasto nascosto per una mancata antropizzazione selvaggia.
La Petrosa o meglio l’intera fascia pedemontana, che comprende anche Conca del Re e altre aree vicine, diffusa per la maggior parte nel Comune di Castrovillari (con passaggi nei comuni limitrofi), è proprio una di queste aree.
Posta ai piedi della catena del Pollino, grazie alle sue formazioni vegetazionali e alla presenza di numerose specie faunistiche ad essa collegate, può essere considerata come uno dei più importanti siti dell’Italia meridionale per la conservazione delle praterie steppiche, habitat in costante riduzione a scala nazionale e regionale. Potremmo definirlo: uno scrigno di biodiversità a due passi dal centro urbano.
Riconoscerne l’importanza e la sua biodiversità, anche se per molti è un posto “incompreso”, diventa però un’esigenza improrogabile, una priorità che, per le attuali criticità ambientali che stiamo vivendo, non possiamo più sottovalutare.
Partendo da questi presupposti, l’Associazione Acanto (OdV) ha condotto, con il fondamentale contributo scientifico della professoressa L. Bernardo e del Prof. A. Mingozzi (Unical), e di esperti esterni, un’analisi conoscitiva sull’area, sicuramente non esaustiva, ma comunque corposa. L’area si caratterizza per la notevole presenza della Stipa austroitalica Martinovský, una graminacea denominata comunemente Piumino o Lino delle fate, una specie endemica dell’Italia meridionale, molto importante dal punto di vista conservazionistico.
Tipica delle formazioni steppiche, è inserita, per la sua importanza, nelle Liste Rosse nazionali e in quella globale Iucn, nonché, tra le specie prioritarie presenti in allegato II della Direttiva Habitat. Accanto alla Stipa, sono state censite oltre 250 specie floristiche, alcune di queste endemiche, a distribuzione fortemente circoscritta, come Genista sericea subsp. pollinensis (la ginestra del Pollino) e Iris calabra, localizzate esclusivamente nell’area del Pollino. Ad esse si associa una grande varietà di orchidee, alcune considerate vulnerabili e rare.
Nel complesso si possono rinvenire all’interno dell’area almeno sei importanti habitat di interesse comunitario: tre dei quali considerati prioritari per l’Europa (come il 6220) in quanto, citando la Direttiva Habitat, “rischiano di scomparire [...] e per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità particolare [...]”. Alla componente botanico-vegetazionale, si associa una ricca entomofauna e un’importante varietà di uccelli, mammiferi e rettili, su tutti il Cervone (Elaphe quatuorlineata - Lacépède, 1789), considerata specie d’interesse comunitario, per il quale è richiesta una “protezione rigorosa”.
Accanto ad una straordinaria biodiversità (che per questione editoriali non possiamo approfondire oltre) si associa anche un’importante patrimonio archeologico, con architetture rurali e produzioni tradizionali che arricchiscono l’intera area anche dal punto di vista culturale.
In definitiva si tratta di un’area ricca e preziosa, contrariamente a chi, in consiglio comunale, senza alcun criterio scientifico, dettato da una profonda superficialità, l’ha considerata in modo sprezzante ”desolata” e “stepposa”.
L’alto valore naturalistico e culturale e i pericoli imminenti di distruzione che incombono su di essa, con l’avvento di enormi impianti fotovoltaici a terra in corso di valutazione, ha spinto l’Associazione Acanto, sin dal 2021, a proporre, con attività divulgative e con atti formali indirizzati ai rappresentanti politici locali e quindi agli stessi consiglieri di maggioranza e minoranza l’istituzione Riserva Naturale Regionale “Fascia Pedemontana – Lande parasteppiche di Castrovillari".
Proprio lo studio che abbiamo condotto sull’area, concomitante ad un attento approfondimento normativo, ha gettato le basi per la proposta di legge presentata dal Consigliere Regionale F. Laghi, oggi così tanto dibattuta.
Una proposta di legge che vorrebbe dare una speranza di tutela e allo stesso tempo di sviluppo a questa importante area del territorio e che il Consigliere F. Laghi porta avanti con tenacia e dedizione. A lui e al suo staff vanno i nostri ringraziamenti.
Il dibattimento, anche severo, che ne è nato, sembra che trovi però il suo contendere tra gli oppositori più sul fatto politico e diremo ideologico, che sostanziale.
Ma è proprio la base scientifica che determina la solidità della proposta di legge più che i malumori “elettorali” di chi non si sente parte in causa. Pertanto esortiamo le forze politiche a ragionare su questo, a confrontarsi per fugare dubbi e uscire dalla vecchia logica che un’area protetta imbavaglia o ingessa un territorio e frena l’economia. Tutt’altro! Una corretta gestione, che ricordiamo resterebbe in capo al Comune e non ad un ente terzo, attraverso un’opportuna regolamentazione e zonizzazione dell’area, potrà far convivere la protezione della natura e lo sviluppo economico.
Le attività produttive in essere e quelle future, potranno trarne un vantaggio competitivo, crescere economicamente e in qualità, beneficiando proprio di quel marchio di garanzia ed eventualmente dei fondi, che un’area protetta può offrire. Gli analisti parlano di “effetto parco”. Un termine per indicare come le imprese localizzate in aree soggette a tutela ambientale siano predisposte a una maggior capacità di creazione di ricchezza e benessere.
A contorno vi sarebbe anche la possibilità di intercettare le innumerevoli forme di contributi e di incentivi europei, nazionali e regionali indirizzate sempre di più verso quelle attività sostenibili in grado di generare crescita economica nel rispetto della natura. Pertanto non si riesce a comprendere, citando recenti articoli di talune forze politiche, di quale “nocumento… alla già debolissima economia reale del territorio” possa arrecare, trattandosi, tra l’altro, di aree prettamente agricole che ne avrebbero solo vantaggi.
Ecco che, in una visione moderna, la gestione di un’area protetta, prevede e permette una conservazione della natura attuata mediante la realizzazione di attività economiche compatibili. Si tratta in sostanza di una conservazione c.d. “produttiva”. Proprio quello che hanno saputo cogliere l’On. P. Straface (Forza Italia) e l’On. G. Graziano nella Valle del Coriglianeto con l’istituzione della Riserva, solo pochi giorni fa.
Una cittadina come Castrovillari, potrebbe rappresentare un hub di servizi legato al mondo della natura (turismo naturalistico, ricerca scientifica, prodotti di eccellenza, prodotti commerciali e di artigianato ecc.), tra i più importanti strumenti di sviluppo che le attuali politiche economiche riconoscono e che gli ultimi dati confermano. A tal proposito basta guardare i dati sul turismo naturalistico, i cui trend in forte crescita sono stati confermati in occasione della Giornata Mondiale del Turismo – Padova, 28/09/2023).
Purtroppo le politiche locali non sono state in grado di attivare e diffondere meccanismi di sviluppo e generare ricchezza da queste attività (o solo marginalmente) mentre si continuano ancora a vedere i limiti e non le opportunità che le aree protette (Ente Parco del Pollino incluso) possono offrire.
Arrestare la perdita di biodiversità, vuol dire innanzitutto garantire il futuro all’uomo stesso. Proteggere la “casa comune”, salvaguardare la bellezza del suo paesaggio, dovrebbe essere una priorità per tutti, da qui un’esortazione a non perderci in inutili contrapposizioni, ma lavorare insieme, cittadini, associazioni, forze politiche tutte, per creare un’opportunità straordinaria che stiamo rischiando di perdere".