Biodiversità agraria e alimentare: sei nuove risorse vegetali nel Registro regionale

Calabria Attualità
Il pomodoro di Belmonte Calabro

Il dipartimento Agricoltura e Sviluppo rurale ha iscritto nel Registro regionale della Biodiversità agraria e alimentare sei nuove risorse vegetali tradizionali, testimonianza della ricchezza e della varietà del patrimonio agricolo calabrese.

Con un decreto del 9 maggio scorso, il numero 6704, sono state ufficialmente repertoriati il Grano Secria, il Fagiolo Pappaluni, il Fagiolo Poverello Bianco, la Lenticchia di Mormanno, il Pomodoro di Belmonte Calabro e la Melanzana di Longobardi.

L’inserimento nel Registro riconosce ufficialmente il valore di queste varietà locali come risorse genetiche da tutelare e conservare. Questo status consente l’attivazione di misure di salvaguardia, il sostegno a progetti di recupero, coltivazione e valorizzazione, e favorisce la promozione dei prodotti legati al territorio anche attraverso marchi di qualità.

Inoltre, l’iscrizione apre la strada a opportunità di finanziamento pubblico e a una maggiore visibilità nei circuiti della ricerca, della formazione e del turismo enogastronomico.

Un passo fondamentale

Si tratta, in pratica, di un passo fondamentale per la tutela e la valorizzazione delle risorse genetiche autoctone, che costituiscono un patrimonio unico di biodiversità, storia e cultura.

“La biodiversità agrariaspiega l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallorappresenta un tesoro inestimabile per la nostra regione, non solo per il suo valore ambientale, ma anche per quello economico e culturale. Con l’iscrizione di queste nuove varietà tradizionali, la Calabria rafforza il proprio impegno nella salvaguardia delle identità agricole locali e nella promozione di un’agricoltura sostenibile, legata al territorio e alla qualità. È nostro dovere preservare queste risorse per le generazioni future – conclude Gallo – e sostenerne la valorizzazione anche attraverso strumenti di promozione e ricerca”.

Il provvedimento sarà trasmesso al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste per l’iscrizione delle risorse vegetali riconosciute anche nell’Anagrafe nazionale della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare.