La testimonianza di Luca Garofalo, una vita per lo sport
Una vita per lo sport. Quella di Luca Garofalo, 22 anni, di Cotronei, non è stata certo una vita facile. Costretto da una rara malattia degenerativa su di una sedia a rotelle ha trovato nello sport la sua ragione di vita, riuscendo a conseguire anche importanti obiettivi, come il piazzamento al secondo posto in handbike alla maratona di Roma. Per questo L’Ufficio del Coordinamento per l’educazione fisica dell’Atp di Crotone ha inteso premiare questo straordinario atleta nel corso della giornata conclusiva delle attività sportive scolastiche, che si è svolta nei giorni scorsi al liceo Filolao. La testimonianza di Luca è stata davvero toccante per i ragazzi che hanno partecipato all’inizativa: “Io sono Luca, ho 22 anni; sicuramente avete notato che resto seduto anche quando ci si dovrebbe alzare per parlare ad un pubblico come voi. Avevo circa sette anni quando ho iniziato ad avere la prima difficoltà a deambulare, a non poter più giocare con i miei amici a pallone, che era la mia passione, a correre e con il passare del tempo anche a camminare. Ho girato un pò tutti gli ospedali d’Italia, poi a Milano mi è stata diagnosticata una malattia rara con un nome che è difficile anche pronunciare. Da quel momento la mia vita è cambiata, accettare la carrozzina è stata una tragedia. La fortuna di vivere in un paese come Cotronei, dove tutti gli abitanti sono fantastici ed avere degli amici favolosi, mi ha aiutato a vivere questa situazione. Solo qualche anno fa mi sono avvicinato allo sport, grazie a mia sorella che su Facebook ha fatto amicizia con dei ragazzi di Monza: due fratelli che entrambi hanno la mia stessa malattia e che praticavano uno sport dove non era richiesto l’uso delle gambe, ma solo le braccia. Dietro l’insistenza di mia sorella andammo a Monza e lì per la prima volta sono salito su una strana bici, una handbike, che da quel giorno diventò la mia inseparabile compagna di gioco. Non c’è un giorno che non esco con lei ad allenarmi, purtroppo la mia pista è la strada, lo sanno bene i miei compaesani che con pazienza sopportano di starmi dietro con le loro macchine. I buoni risultati del mio allenamento (faccio circa 20 km al giorno), mi hanno spinto ad entrare in una associazione sportiva “I piccoli diavoli “ per avere la possibilità di partecipare a gare nazionali, ottenendo alle stesse ottimi risultati: un terzo posto a Monza, un terzo posto a Viterbo ed un secondo posto all’ultima maratona di Roma. Grazie allo sport la mia vita è cambiata: oltre a sentirmi bene nel fisico sto bene anche con la mente. Io penso che tutti dovrebbero fare dello sport, i ragazzi in modo particolare anche perché serve a toglierli dalla strada, dalle devianze. Per questo le istituzioni devono impegnare parte dei loro bilanci per creare strutture che consentano ai giovani di praticare sport, per non essere costretti come me ad allenarsi per la strada. C’è bisogno anche di adeguare le strutture sanitarie per evitare, per esempio quello che è successo a me: per fare un certificato medico sportivo sono dovuto andare in Sicilia, perché in Calabria non ci sono strumenti per fare un elettrocardiogramma sotto sforzo con le mani. Questo strumento costa circa 6.000,00 euro chiaramente la nostra sanità non se lo può permettere. La mia è solo una piccola testimonianza di quanto lo sport è importante, a me ha ridato la serenità e la voglia di vivere, sicuramente ad ognuno di voi darà qualcosa”.