Incendio in terreno statale, la cassazione conferma la pena
La Suprema Corte di Cassazione di Roma ha rigettato il ricorso presentato dal longobucchese M.P. 35 anni, reo di aver appiccato fuoco ad un terreno di proprietà del demanio statale - in località Ciampe del Comune di Longobucco, in data 08.08.2008 - dal quale avrebbe fatto propagare un incendio doloso seguito da danneggiamento al patrimonio faunistico e boschivo - e confermato i verdetti di I° e II° grado di Giudizio emanati rispettivamente dal Tribunale di Rossano e dalla Corte d’Appello di Catanzaro. L’uomo era stato condannato in I° Grado dal Tribunale di Rossano ( Giudice Benedetto Ruberto e P.M. Mariagrazia Caliò) alla pena di anni 4 e mesi 6 di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e di risarcimento danni alla costituita parte civile Associazione Auser Animali e Natura – in persona del Presidente Avv. Ettore Zagarese, che ha manifestato l’’intento di devolvere in beneficienza il denaro rifuso - decisione confermata anche dalla Sezione I° Penale della Corte d’Appello di Catanzaro. A tutelare gli interessi risarcitori della nota Associazione ambientalista Auser nei gradi di Giudizio sono stati avvocato Nicoletta Bauleo ed avvocato Giuseppe Vena del Foro di Rossano (di concerto col Presidente Avv. Ettore Zagarese del Foro di Rossano) i quali, in sede dibattimentale hanno provveduto a far emergere una chiara prova di responsabilità dell’imputato provvedendo ad escutere gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato, allertate dalle ingenti fiamme che si propagavano sul luogo, che sono intervenuti per constatare i danni alla macchia boschiva ove hanno individuato l’uomo a mezzo di binocolo riconoscendolo nell’imputato e ricostruendo tutta la vicenda processuale. I difensori di parte civile, unitamente al Pubblico Ministero, quindi chiedevano ai Giudici di voler ritenere affermata la penale responsabilità dell’imputato alle pene di legge; tesi accolta da tutti i Giudici susseguitisi.