Sviluppo Calabria: Naccari (Pdl), autostrada ionica opera prioritaria
"Apprendiamo con soddisfazione che il Governo, per il tramite del sottosegretario alle Infrastrutture, on. Aurelio Misiti, sia orientato a realizzare ciò che abbiamo sempre sollecitato come una delle opere prioritarie per la Calabria: un'arteria autostradale sulla fascia jonica". A sostenerlo è l'on. Domenico Naccari (Pdl), presidente della Fondazione Calabria Roma Europa e delegato del sindaco di Roma Alemanno, ai rapporti con le comunità regionali, il quale è più volte intervenuto a favore dell'asse autostradale jonico.
"Da tempo - ha aggiunto Naccari - siamo infatti convinti che la nostra regione per togliersi dall'isolamento infrastrutturale in cui versa, abbia bisogno di interventi strategici di grande portata. Uno di questi è sicuramente l'autostrada jonica, accanto a cui, va detto, occorre pensare l'adeguamento complessivo delle infrastrutture esistenti come la rete stradale interna, quella portuale, aeroportuale senza dimenticare l'ammodernamento della tratta ferroviaria, che sul versante jonico è fatiscente.
La Salerno Reggio, - prosegue Naccari - sebbene ammodernata, non sarà più sufficiente a supportare l'intera mobilità regionale e nazionale. C'è bisogno quindi di interventi straordinari non solo al fine di attrarre investimenti, bensì per rendere appetibile e competitvo il nostro meraviglioso territorio, che oggi sconta purtroppo ritardi imbarazzanti. Ha ragione la vicepresidente della Regione Calabria, Antonella Stasi, nel ribadire gli 'atavici ritardi' dell'area crotonese. Un dato innegabile ed evidente registrato anche da altre province calabresi le quali meritano maggiore attenzione da parte dell'esecutivo nazionale. Riteniamo che per lo sviluppo di questa terra sia fondamentale puntare sui collegamenti onde evitare l'accentuarsi del divario col resto d'Italia, d'Europa e dello stesso bacino Mediterraneo. Un gap che va colmato - conclude il consigliere capitolino - con politiche coraggiose che guardano non alla prossima legislatura ma ai prossimi cento, duecento anni".