Praia a mare, “Etica e politica: quale rapporto possibile”
Sala gremita e palpitante delle grandi occasioni, quella che ha ospitato il Seminario-incontro promosso a Praia a mare, il 28 febbraio pomeriggio, su “Etica e politica: quale rapporto possibile”. Due i relatori d’eccezione, introdotti da Massimiliano Cedolia, Presidente dell’Associazione Rappresentiamoci, che ha promosso anche quest’ultimo incontro, nel suo ciclo di avvicinamento ai grandi temi della rappresentanza politica e della cittadinanza attiva: il vescovo di San Marco Argentano - Scalea, mons. Leonardo Bonanno, che ha catturato la platea con il suo dire profondo ma capace di parlare alle anime (anche il parroco di Praia tra gli ascoltatori); il prof. Pasquale Giustiniani, docente di Bioetica nella Seconda Università degli Studi di Napoli, che ha proposto alcune pertinenti riflessioni tratte dalla storia del pensiero filosofico ed etico del pensiero politico classico e moderno.
Tagliente la domanda della serata: esiste un qualche rapporto tra la sfera dell’etica e morale e la sfera della politica, oppure la politica (essendo gestione, decisione, operatività) dovrebbe, se non fare a meno, almeno prescindere dagli inevitabili “freni” rappresentati dall’etica? Entrambi i relatori hanno risposto efficacemente alla domanda. Non solo tra etica e politica esiste un rapporto, anzi esso deve tornare ad esistere laddove fosse scomparso, sia nella vita amministrativa locale che in quella politica nazionale e internazionale. Di più, ha azzardato il vescovo, la e che collega le due parole etica e politica potrebbe essere non soltanto una congiunzione, ma un predicato. E cioè, etica - intesa sia nel senso di abitudini di una collettività, sia di valori desunti dai propri riferimenti ideali, anche religiosi -, è inevitabilmente politica, cioè ha una sua precisa rilevanza sociale e pubblica. Stanno lì a ripeterlo gli ultimi Papi, che Bonanno ha ampiamente citato, e che hanno attuato quanto il Concilio ecumenico vaticano II aveva già sancito negli anni Sessanta del secolo XX. Infatti, anche se non è legata ad alcuna particolare forma di cultura umana o sistema politico, economico, o sociale, la Chiesa riconosce la valenza socio-politica della dottrina cristiana, incoraggia i laici all’impegno politico e riconosce che chiunque promuove la comunità umana nell'ordine della famiglia, della cultura, della vita economica e sociale, come pure della politica, porta anche non poco aiuto alla stessa comunità della Chiesa. Anche Giustiniani ha insistito sulla necessità del rapporto tra etica e politica, ricordando che, fin da Platone e Aristotele, il compito del politico è quello di “far cantare insieme”, su tutta la scala, i deboli e i vigorosi, i poveri e i forti economicamente.
Perché, dunque, fare politica in modo rinnovato o impegnarsi da cristiani in politica?, si è chiesto Giustiniani. Ed ha risposto che l’unica cosa che ci può far convincere di prenderci cura e di preoccuparci degli altri, nonché del loro “bene comune” (che non è mai soltanto un insieme di condizioni materiali) è, appunto, un’istanza etica: si ama e ci si preoccupa, infatti, o di ciò che è “proprio”, o di ciò che ci è “caro”. In tal modo, fare politica diviene cosa esigente e richiede davvero una nuova generazione di politici in questo, come in altri territori. L’Associazione Rappresentiamoci, ha concluso Cedolia, ha segnato una pietra miliare nel suo percorso di riqualificazione delle cultura politica cittadina e calabrese.