L’Asp di Cosenza individuata come Centro hub di terapia del dolore e cure palliative
La legge 38/10 sull’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, nel suo primo articolo, sancisce “il diritto di ogni cittadino italiano a poter accedere alle strutture di terapia del dolore e cure palliative”. Rispetto a questa norma, che ha trovato poca applicazione in Italia, la Calabria – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - è la Regione che per prima ha saputo dotarsi di strumenti normativi con l’approvazione dei decreti del presidente di Giunta regionale 11162-11163 relativi alle “Linee guida per l’attuazione della rete di terapia del dolore e cure palliative”. Inoltre, utilizzando risorse previste dagli obiettivi prioritari del piano sanitario nazionale 2009-2010, la Regione ha finanziato il progetto “Costituzione della rete regionale integrata” individuando nell’Azienda ospedaliera di Cosenza il Centro Hub di terapia del dolore e cure palliative.“Riteniamo – ha dichiarato il Presidente della Regione e commissario ad acta per il piano di rientro sanitario Giuseppe Scopelliti - che una puntuale applicazione della legge 38/10 possa diventare il manifesto di una nuova idea di sanità, dove la razionalizzazione e l’eccellenza possano essere i riferimenti per un’alta clinical governance ed un’appropriata clinical competence”.
L’unità operativa, situata nel presidio ospedaliero “Mariano Santo” di Cosenza, è diretta dal dottor Francesco Amato il quale ha affermato che “ci si trova difronte ad un nuovo corso che dovrà rivoluzionare il nostro sistema di garanzia alla salute. L’attenzione al diritto a non soffrire, infatti, porrà il paziente in primo piano, generando un circuito virtuoso che sarà l’occasione per rendere più appropriate, efficienti ed economiche le prestazioni. E affinché tale concetto venga realmente applicato e, dunque, divenga capace di dare risposta alla complessità ed alla rilevanza epidemiologica della malattia dolore, la legge – ha precisato ancora Amato - ha predisposto modelli gestionali nuovi ed innovativi mediante il coinvolgimento di figure specialistiche e con un’ampia e condivisa collaborazione con il territorio, nonché con una più capillare e corretta informazione della popolazione in grado di produrre cambiamenti di tipo culturale. Lo studio fisiopatologico del dolore – ha proseguito il direttore dell’unità operativa - consente un’accurata analisi dello stato funzionale del sistema di fibre afferenti sensitive coinvolte nelle individuali patologie, permettendo di effettuare, in modo organico e di routine, il trattamento della maggior parte delle sindromi algiche. Si tratta – ha ribadito Amato – di un sistema innovativo che mira a riorganizzare tutto il sistema sanitario regionale per far sì che le prestazioni offerte siano capaci di dar voce al dolore e, dunque, pace ai tantissimi sofferenti”.
“Per tale motivo – ha aggiunto il dirigente generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza Paolo Gangemi - si è pensato, in coerenza con il dettame di legge, di declinare un modello organizzativo di coordinamento interaziendale per l’integrazione delle reti di terapia del dolore, cure palliative, oncologia e riabilitazione, per costruire il percorso diagnostico terapeutico assistenziale del paziente fragile. L’obbiettivo – ha specificato Gangemi -, lavorando con in collaborazione con il Dipartimento regionale tutela della salute, è di costruire una griglia che servirà a realizzare un osservatorio regionale sul buon uso dei farmaci, specie quelli oppioidi, che devono essere incentivati e monitorati nel corretto uso vincendo le resistenze culturali. Monitorizzando e governando i flussi informativi, come secondo obiettivo, la struttura cosentina dovrà erogare servizi di eccellenza regionali. Questa riorganizzazione - ha sottolineato ancora il dg – denota l’importanza di creare un lavoro di squadra tra Governo, Regioni, strutture sanitarie, medici e infermieri, per far sì che quanto previsto sulla carta si concretizzi nella pratica clinica calabrese. L’unità operativa di Cosenza - ha detto infine Gangemi -, riconosciuta già nel 2009 da uno studio sulla correttezza delle procedure, figura tra i primi dieci centri in Italia capaci di offrire le più aggiornate tecniche di studio che permettono di individuare ed analizzare l’origine della patologia dolorosa del singolo paziente”.